Competitività UE: più capitali privati e innovazione, meno regole. I commenti degli imprenditori italiani al rapporto di Draghi

A fare la differenza nella perdita di competitività del sistema economico e industriale europeo negli ultimi 20 anni è un unico settore: la tecnologia. «Se togliamo il segmento high-tech dal resto dell’economia Usa, vediamo che la produttività è analoga a quella europea. Anzi, negli ultimi dieci anni la produttività europea è stata un po’ superiore». Mario Draghi, ospite d’onore al convegno del parco tecnologico Kilometro Rosso dedicato al ruolo dei centri di innovazione per la competitività, insiste sull’accelerazione necessaria all’Europa per restare protagonista sul mercato globale. (Industria Italiana)

Se ne è parlato anche su altri media

Torinese, classe 1987, giornalista pubblicista con la voglia di raccontare quello che accade nel mondo e la fortuna di riuscire a farlo. Tra le mie passioni ci sono il cinema, lo sport e tutto ciò che è inerente al mondo dei motori e alle continue evoluzioni tecnologiche (e sostenibili) dei mezzi a quattro e a due ruote. (Virgilio)

Una bocciatura senza appello, quella di un accademico a un altro accademico peraltro, quella di Mario Calderini a Mario Draghi. Un Rapporto che aveva preoccupato alcuni esponenti del mondo dell’impegno socio-ambientale, temendo che la Commissione possa ora frenare sul Green Deal e sull’agenda della transizione ecologica in generale. (Vita)

Da parte di molti politici e commentatori si è immediatamente obiettato che tutto questo, comportando un volume di spesa dell’ordine di 750-800 miliardi di Euro all’anno, troverà ostacoli difficili da superare sia per le difficoltà finanziarie di molti paesi, sia per le opposizioni politiche che i governi, a partire da quello germanico, stanno già portando avanti di fronte all’ipotesi di dovere contare su un sostanzioso indebitamento europeo. (ilmessaggero.it)

Negli ultimi giorni i media hanno molto valutato il Rapporto di Mario Draghi sul futuro della “competitività europea”, un rapporto che pone in evidenza la necessità di rafforzare la debole “produttività” dell’Europa, rispetto alla maggiore produttività degli Stati Uniti e della Cina, indicando, a questo proposito, le misure che l’Unione Europea dovrebbe adottare, per porre le premesse di una futura ripresa. (Il Fatto Quotidiano)

Il rapporto sulla competitività dell’Unione europea di Mario Draghi è stato accolto con entusiastico furore dalla stragrande maggioranza dell’informazione e della politica italiana, salvo qualche eccezione, con poca capacità critica rispetto a un programma, che se attuato, ci porterebbe verso un modello di economia e di società pianificata dall’alto, tutto il contrario rispetto allo spirito dei padri fondatori della comunità europea. (L'Opinione delle Libertà)

Il primo: Mario Draghi presenta il suo rapporto sulla competitività, 393 pagine fitte di dati e spunti per un’Europa che torni a essere concorrenziale con Stati Uniti e Cina. Ma i commenti alla fine si incentrano quasi tutti sulla sua proposta di trovare 800 miliardi di investimenti l’anno per rilanciare il Vecchio Continente. (Corriere della Sera)