Piantedosi “Mai consegnati migranti alla Libia dopo soccorsi”

MILANO (ITALPRESS) – “L’Italia non ha mai consegnato alla Libia migranti raccolti in operazioni di soccorso coordinate o direttamente effettuate dall’Italia. Quella sentenza va letta bene, non va data alle sentenze una lettura di tipo politico o ideologico”. Così il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, a margine della sigla di un accordo in prefettura a Milano per la gestione dei beni confiscati alla criminalità organizzata, a proposito della sentenza della Corte di Cassazione che mette fuorilegge la prassi e gli accordi internazionali che prevedono sussidi alla Guardia Costiera libica affinchè freni i flussi migratori. (Qui News Valdera)

La notizia riportata su altre testate

Dice la Corte di Cassazione che consegnare i migranti alle motovedette della cosiddetta Guardia costiera libica è un reato di “abbandono in stato di pericolo di persone minori o incapaci e di sbarco e abbandono arbitrario di persone”. (left)

Libertà, amore, l’esigenza di prendere sul serio la proposta di vita cristiana non “burocratizzando” il cristianesimo, ma lasciandosi interpellare da una domanda, la stessa che Gesù pone a Pietro sulle rive del lago di Tiberiade dopo la Resurrezione: “mi vuoi bene?” (Corriere di Lamezia)

Affidare migranti ai guardiacoste di Tripoli è un reato perché la Libia non rappresenta un porto sicuro. E’ una condotta che infrange il Codice della navigazione in tema di “abbandono in stato di pericolo di persone minori o incapaci, e di sbarco e abbandono arbitrario di persone”. (NT+ Diritto)

Meglio evitare interpretazioni politiche della sentenza della Cassazione sui porti sicuri in Libia. Il ministro degli Interni Matteo Piantedosi richiama "all'ordine" il fondatore di Mediterranea Luca Casarini e la sinistra pro-migranti che ha speculato per giorni su quelle parole. (Liberoquotidiano.it)

Da giorni, le Ong esultano e la sinistra non fa diversamente per la sentenza con la quale la Corte di Cassazione ha reso definitiva la condanna del comandante del rimorchiatore Asso 28 che, nel 2018, recuperò 101 migranti nel Mediterraneo, per poi portarle in Libia e darle in affidamento alla Guardia costiera. (ilGiornale.it)

Riportare i migranti nel Paese nordafricano costituisce reato di «abbandono in stato di pericolo di persone minori o incapaci e di sbarco e abbandono arbitrario di persone». La Libia «non è un porto sicuro». (Open)