Colpita a morte da una statuetta, il papà di Chiara Jaconis: "Sto vivendo un film di fantascienza"

Colpita a morte da una statuetta, il papà di Chiara Jaconis: "Sto vivendo un film di fantascienza" Parla con le lacrime agli occhi Gianfranco Jaconis, papà di Chiara, tornato a Padova ieri e oggi alla camera ardente di via Turazza. Qui è stato accolto da amici e familiari, passati a loro volta per un intimo saluto alla ragazza deceduta a Napoli, ferita fatalmente da una statua di pietra nei Quartieri Spagnoli (Il Mattino di Padova)

La notizia riportata su altre testate

Chiara ha perso la vita a causa della caduta di una statuetta da un balcone, mentre era in vacanza col fidanzato a Napoli ai Quartieri Spagnoli. Domenica 22 settembre dalle 19 in Prato della Valle un corteo silenzioso raggiungerà il Bo, percorrendo le vie principali del centro per ricordare la trentenne tragicamente scomparsa. (ilgazzettino.it)

«Non è stato nostro figlio a far cadere quella statuetta», hanno dichiarato agli inquirenti. Dal canto loro, però, affermano di non aver mai visto quella statuetta dal peso di circa due, tre chili. (Open)

È il gesto di solidarietà organizzato dalla sorella Roberta e dagli amici di Chiara Jaconis, la ragazza dai mille sorrisi colpita domenica 15 da una statuetta caduta da un balcone dei Quartieri Spagnoli di Napoli, fatto che ne ha causato il decesso martedì scorso. (Il Mattino di Padova)

Chiara Jaconis è tornata a Padova. Il papà alla camera ardente: "Lei era sorriso e meraviglia. E i napoletani sono eccezionali"

La chiave dell’inchiesta sulla morte di Chiara Jaconis passa per i dettagli. E minuziosi. (Corriere della Sera)

Due tasselli che dovranno riempire il mosaico investigativo legato alla morte di Chiara Jaconis, la trentenne padovana colpita domenica pomeriggio da un oggetto caduto da un balcone mentre passeggiava tra i vicoli dei Quartieri Spagnoli di Napoli (ilgazzettino.it)

Sono del Sud, ma non sono come i napoletani, loro sono eccezionali. "Io sono calabrese, di Cutro, ma mi considero padovano, sono 50 anni che vivo qui. (La Repubblica)