Vent’anni di seconda guerra del Golfo: l’Iraq dal 2003 al 2023

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Il Manifesto ESTERI

11 ottobre: A poco più di un anno dagli attacchi terroristici alle Torri Gemelle e al Pentagono, il presidente statunitense George W. Bush prosegue nella costruzione della narrazione di guerra: chiede e ottiene dal Congresso l’autorizzazione all’uso della forza al fine di “difendere la sicurezza nazionale degli Usa contro la minaccia posta dall’Iraq”. 8 novembre: Gli Stati uniti ottengono dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni unite l’approvazione della risoluzione 1441 con cui si chiede al governo iracheno di adempiere ai propri obblighi “in materia di disarmo” e di consentire l’ingresso nel paese e a tutti gli impianti di produzione di armi all’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) e agli ispettori dell’Onu. (Il Manifesto)

La notizia riportata su altri media

Baghdad, 20 mar. – Gli abitanti del quartiere Karrada a Baghdad esprimono la loro delusione, mentre l’Iraq celebra nella più grande discrezione i 20 anni dall’invasione americana e la caduta di Saddam Hussein, eventi che segnarono una successione di sanguinosi conflitti. (Agenzia askanews)

Gli abitanti del quartiere Karrada a Baghdad esprimono la loro delusione, mentre l'Iraq celebra nella più grande discrezione i 20 anni dall'invasione americana e la caduta di Saddam Hussein, eventi che segnarono una successione di sanguinosi conflitti. (Tiscali Notizie)

Molte persone hanno perso le loro case o temono di tornare nelle loro città d'origine, a causa delle continue tensioni e della presenza sul territorio di ordigni esplosivi, mentre il conflitto e le crisi climatiche come inondazioni, aumento delle temperature, siccità e tempeste di sabbia, hanno distrutto i loro mezzi di sussistenza. (Save the Children Italia)

Il Paese, attraversato storicamente da forti tensioni settarie e da La caduta di Saddam Hussein, avvenuta il 9 aprile 2003 con l'arrivo dei carri armati Usa nel centro di Baghdad, ha avuto molti effetti nella regione mediorientale. (Inside Over)

Il 20 marzo 2023 segna il ventesimo anniversario dell’invasione americana dell’Iraq. La caduta del regime di Saddam Hussein, plasticamente rappresentata dall’abbattimento della sua gigantesca statua, la liquidazione del Partito Baath e delle Forze Armate, la messa al bando dei vecchi elementi per fare posto all’embrione della democrazia, l’irruzione dei Contractors, i moderni mercenari divenuti onnipresenti in qualsiasi conflitto che si rispetti. (Salernonotizie.it)

L’arrivo di Xi Jinping a Mosca è la notizia del giorno, come indicano tanti media d’Occidente, che indulgono in analisi non particolarmente interessanti. Ci limitiamo a ribadire quanto scritto nella nota precedente, cioè che la visita inizia, non a caso, nel giorno anniversario dell’invasione dell’Iraq da parte degli Stati Uniti (e alleati), evento che ha segnato in maniera profonda la storia recente, dal momento che, al di là degli scopi della campagna militare, aveva un alto valore simbolico, quello di annunciare al mondo l’irrevocabilità dell’unilateralismo americano. (Piccole Note)