Giorgetti e il bivio sui conti pubblici: usare lo «scudo» francese o fare una correzione piena

Altri dettagli:
Ponte sullo Stretto

Nel governo e soprattutto nel ministero dell’Economia, sono almeno due le opzioni discusse in modo più o meno sommerso. Entrambe fanno i conti con gli scenari delle prossime settimane, quando potrebbe formarsi in Francia un governo di estrema destra o un esecutivo tecnico senza maggioranza, proprio mentre Parigi e Roma diventano le osservate speciali di una procedura per deficit a Bruxelles e i mercati finanziari prolungano — potenzialmente — le stesse fibrillazioni viste negli ultimi venti giorni. (Corriere della Sera)

Su altre testate

Per capire cosa sta succedendo non ricorriamo, per favore, alle grandi categorie, De Gaulle e Petain, fascismo e antifascismo. Occhio allo spread italiano, che già balla, ai risparmi delle famiglie, al debito e alle procedure di violazione delle regole finanziarie che l’Europa ha puntualmente avviato dopo il voto. (L'Eco di Bergamo)

E come sottolinea il direttore editoriale di Libero il day after potrebbe essere abbastanza duro per i macroniani italici: "Se ne incontrate qualcuno mi raccomando assecondateli e aiutateli ad attraversare la strada perché oggi per loro tutto è più difficile". (Liberoquotidiano.it)

A dirlo è stato il ceo di Il modello Meloni rassicura gli investitori anche fuori dai nostri confini, perché quando si pensa a un governo di destra "le persone si sentono confortate dal modo in cui il primo ministro italiano ha finora gestito la sua amministrazione". (Secolo d'Italia)

Gnodde (Goldman Sachs): "Rischio instabilità dalla Francia, fiducia sull'Italia"

Un Paese dalla situazione interna difficile, traballante, tra un mini Macron, una sinistra ultra “arcobaleno”, e la destra che ha vinto ma dovrà aspettare forse il secondo turno per potersi mettere in tasca le elezioni kamikaze volute dal presidente. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

“Un” Draghi non significa Mario Draghi in carne ed ossa, benché Emmanuel Macron potrebbe anche essere disponibile a coabitare con l’ex governatore della Banca centrale europea, dal quale in tempo di Covid ha preso a prestito il famoso “whatever it takes” parafrasato e tradotto in “quoi qu'il en coûte” (costi quel che costi) per salvare le imprese francesi. (L'HuffPost)

In Europa, i rischi di instabilità potrebbero arrivare dalla Francia”. Richard Gnodde, ceo di Goldman Sachs International, in un’intervista a Il Sole24Ore affronta i principali temi di attualità degli investitori. (Entilocali-online)