Lo spettro della guerra e l'anima dell'Occidente

Davvero il secolo breve è già finito? Non è che ci stiamo portando dietro qualcosa del '900? L'Europa è di nuovo al bivio? Che futuro ci aspetta con la guerra alle porte? Dobbiamo immaginare la prima e la Seconda guerra mondiale come due momenti di un unico grande conflitto interrotto da una pace costruita per non durare e poi naufragata in un ventennio. In questo conflitto terribile l'Europa ha messo in scena il suo suicidio, portato a termine riducendo in macerie la civiltà che era stata il motore del mondo moderno. (il Giornale)

Ne parlano anche altri giornali

I venti di guerra, a discapito della parola, sono vere e proprie bufere che, ormai da tre anni a questa parte - ricordando l’inizio del conflitto russo-ucraino, fino a quello del medio oriente attuale - hanno investito l’opinione mediatica, diplomatica e politica di tutto il mondo. (La Voce di Rovigo)

Non sono bastate le varie crisi economiche internazionali e una pandemia da Covid per agognare serenità, ma adesso paventiamo il rischio di una Terza Guerra Mondiale. In un mondo sempre più martoriato dall’incertezza per il futuro, a complicare il quadro esistenziale del genere umano ci sono le crisi belliche, che ormai sono sempre più internazionali. (Ability Channel)

Ho vissuto negli anni ’80; la mia maestra e la mia mamma mi raccontavano la guerra fredda, come un equilibrio pericoloso e il rischio di una guerra globale termonucleare era descritto anche nei film per ragazzi: Wargames, diretto da John Badham, nel 1983, dimostrava che, in certi “giochi”, l’unica possibilità per vincere è non giocare. (L'HuffPost)

Conflitti e diplomazia: un tempo si faceva la pace

Oggi, si contano oltre 120 conflitti armati in tutto il mondo, che coinvolgono oltre 60 stati e 120 gruppi armati non statali. Dalle trincee ucraine alle acque yemenite, l'uso di droni economici sta rivoluzionando la guerra moderna e ridisegnando le strategie militari. (Bassanonet.it)

Come si può non essere d'accordo oggi che cade l'anniversario del pogrom del 7 ottobre con l'intervento militare condotto da Israele per liberare il popolo Palestinese dal giogo di Hamas? O, ancora, come non si possono non condividere le ragioni dietro l'operazione avviata in Libano che sicuramente cura gli interessi del governo di Gerusalemme ma nel contempo può creare le condizioni per allentare la morsa nella quale Hezbollah ha stretto il Paese? Ed, infine, come non si può non guardare con attenzione il tentativo di arginare l'aggressività della teocrazia autoritaria degli ayatollah, premessa imprescindibile per esplorare ogni ipotesi di pace duratura in medio-oriente e per favorire chi si batte a Teheran per avere un Iran democratico? La Storia ci insegna che le dittature spesso crollano dopo dei rovesci militari, basta ricordare la caduta del muro di Berlino sei mesi dopo la sconfitta dell'Unione sovietica in Afghanistan. (il Giornale)

Forse la china che sta prendendo la situazione non ci angoscia come invece dovrebbe. (Corriere della Sera)