StMicroelectronics chiude in rosso il primo trimestre ma vola in Borsa

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ECONOMIA

Nonostante i conti del primo trimestre del 2025 mostrino un netto peggioramento rispetto all’anno precedente, le azioni di StMicroelectronics – il colosso italo-francese dei semiconduttori – hanno registrato un rimbalzo significativo a Piazza Affari, chiudendo con un rialzo del 5,28% e tornando a sfiorare i 20,25 euro. Un recupero notevole, se si considera che solo all’inizio di aprile il titolo era crollato sotto i 17 euro, penalizzato dall’entrata in vigore dei dazi statunitensi del 25% sul settore auto, che hanno colpito anche i chip prodotti dall’azienda.

I ricavi, seppur in calo del 27,3% su base annua, si sono attestati a 2,517 miliardi di dollari, superando di poco le attese degli analisti, che avevano stimato 2,513 miliardi. Ancora più marcato il tonfo dell’utile netto, crollato dell’89,1% a 56 milioni di dollari, ma comunque al di sopra delle previsioni di mercato, che indicavano un utile per azione di 0,04 dollari contro gli 0,06 effettivi. A preoccupare, tuttavia, è il crollo dell’Ebit, sceso del 99,5% a soli 3 milioni di dollari, un dato che i sindacati hanno definito "allarmante" e che riflette le difficoltà del settore in un contesto di incertezze globali.

Jean Marc Chery, amministratore delegato del gruppo, ha ammesso senza giri di parole che questo trimestre rappresenta "il punto più basso del ciclo", senza però fornire indicazioni precise sulle prospettive per il resto dell’anno. L’assenza di previsioni aggiornate ha lasciato spazio a interpretazioni contrastanti: se da un lato gli investitori sembrano aver premiato il superamento delle stime, dall’altro permangono dubbi sulla capacità dell’azienda di riprendersi in tempi brevi, soprattutto in uno scenario caratterizzato da tensioni commerciali e rallentamenti della domanda.