Trent’anni dalla morte di Domenico Modugno, Lino Banfi: «Mimmo era immenso» – L’INTERVISTA

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«Fu il primo a credere in me. Disse a mio padre che sarei diventato qualcuno». È una profonda amicizia quella che per anni ha legato Lino Banfi (all’anagrafe Pasquale Zagaria) e Domenico Modugno. I due, oltre alle radici pugliesi, condividevano l’amore per la musica e per la vita. L’attore e sceneggiatore, originario di Andria, tra aneddoti e ricordi emozionanti, ripercorre il profondo rapporto con il cantautore nel trentennale della sua morte. (L'Edicola del Sud)

Su altre fonti

Giuseppe Fiorello in Volare. La grande storia di Domenico Modugno Giuseppe Fiorello è Domenico Modugno in “Volare”: dove vedere il biopic stasera in tv Da Polignano a Mare a Nel blu, dipinto di blu. A 30 anni esatti dalla sua scomparsa, rivediamo la parabola dell'aspirante attore diventato il cantante italiano più famoso del mondo Di Antonella Catena (Style - Moda Uomo del Corriere della Sera)

Lo stesso artista aveva attribuito quell’evento alle decine di sigarette che fumava al giorno ma poche ore dopo si era verificato un aggravamento delle sue condizioni tanto da essere ricoverato per un ictus. (L'Unione Sarda.it)

In tutta la sua lunga carriera Mimmo è stato uno dei più prolifici cantautori e artisti italiani: 230 canzoni incise, 38 film recitati, decine di spettacoli teatrali e programmi tv interpretati e condotti, nonché vincitore di ben quattro Festival. (ilmessaggero.it)

Tempo medio di lettura: 4 minuti Insoddisfatto della vita di paese a 19 anni scappa di casa per andare a Torino, dove si adatta a fare il gommista e il cameriere. (Luino Notizie)

Cornice di questa esperienza culturale, unica nel suo genere, il Parco Archeologico di Selinunte, uno dei luoghi più belli e suggestivi d’Europa, dove selezionati ospiti hanno potuto fare networking, imparare e rilassarsi. (Il Giornale d'Italia)

Tre decenni sono un tempo lungo ma forse proprio per questo rendono ancora meglio l’idea dell’importanza eccezionale del personaggio, mai uscito della memoria collettiva perché, nella storia dello spettacolo italiano, continua a rappresentare una splendida eccezione. (Il Centro)