Rumore 394 | Novembre 2024 – The Cure, la fortezza della solitudine
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Tutti i contenuti del numero 394 di Rumore, novembre 2024. The Cure, la fortezza della solitudine Il king del gotico è tornato a troneggiare sulla copertina di Rumore, senza la queen a questo giro: a marzo 2023 dedicavamo infatti la cover a Robert Smith e Siouxsie, ritratti insieme per un numero che si concentrava sulla storia del goth, mentre oggi raccontiamo il presente dei Cure, band che ha fatto la Storia e non intende smettere. (Rumoremag.com)
La notizia riportata su altri giornali
“Songs of a Lost World” è 14° album in studio del gruppo e il primo da 16 anni a questa parte. THE CURE – “Songs Of A Lost World” (IndieForBunnies)
Tre minuti in cui Alone si dipana in maniera potente e orchestrale, quasi una mini suite dall'incedere malinconico e drammatico. E non potrebbe essere altrimenti visto che appare evidente fin dal primo ascolto come i temi della morte, del dolore e del rimpianto per tutto ciò che è andato perduto siano centrali in ogni canzone. (Panorama)
In occasione del lancio mondiale di Songs Of A Lost World, i Cure hanno suonato due concerti per la BBC, registrati il 30 ottobre, trasmessi il giorno successivo ed entrambi diffusi integralmente su Youtube. (SentireAscoltare)
Secondo il Guardian si tratta del loro migliore lavoro dai tempi di 'Disintegration' del 1989 e il gruppo post punk appare "al suo apice artistico", capace ancora di una musica "malinconica e commovente", e di parole dal grande "impatto emotivo". (La Nuova Venezia)
Stasera in diretta dal Troxy di Londra, la band inglese presenterà il nuovo disco con una speciale esibizione in livestream che potrete vedere in questa pagina, alle ore 21 italiane. E' il 1° novembre dei Cure. (Onda Rock)
“Questa è la fine di ogni canzone che cantiamo / Il fuoco è diventato cenere / e le stelle sono offuscate dalle lacrime / Freddo e paura / I fantasmi di tutto ciò che siamo stati”. “Mi hanno detto che le canzoni erano belle singolarmente, ma che non potevo pretendere che la gente sopportasse tanta tristezza tutta in una volta. (La Stampa)