Il dibattito e i ruoli istituzionali

Per carità, Musk poteva risparmiarsela la battuta sui giudici italiani. Un concetto del genere, visto il ruolo semi pubblico e quasi istituzionale che ricopre a fianco dell’appena rieletto Trump, non avrebbe potuto esternarlo nei confronti dei magistrati americani. E non perché Trump non pensi o dica le stesse cose, ma appunto vuol essere lui a dirle e non le lascia dire a nessun altra delle persone che ha vicino, perché presentarsi come una vittima delle toghe politicizzate fa parte della sua campagna elettorale permanente (e per inciso, da ieri anche la condanna ricevuta per i pagamenti a Stormy Daniels, tra le più pericolose delle donne del nuovo/vecchio Presidente, è tornata in forse). (La Stampa)

Su altre fonti

Il patron di Tesla e strettissimo collaboratore di Donald Trump, come è noto, tra ieri e oggi, mercoledì 13 novembre, ha attaccato duramente i giudici italiani per gli stop ai centri di trattenimento in Albania, rincarando poi la dose contro la Ong Sea Watch. (Liberoquotidiano.it)

“Possono parlare solo i parlamentari”. Un lungo imbarazzato silenzio, al termine del quale il governo ha cercato di chiudere l’affaire Musk con una sorta di acrobazia: “Ha ragione Mattarella, ma Musk non ha torto”. (L'HuffPost)

Giudici che si attenevano alle leggi sovranazionali europee. "L'Italia sa badare a se stessa". (la Repubblica)

Mattarella e l'attacco di Musk, l'impossibilità per il Colle di mostrarsi indifferente

Il vicepremier e leader leghista, ospite su La7 del programma "Otto e Mezzo" condotto da Lilli Gruber, che subito si era schierato con l'imprenditore tech e principale finanziatore della campagna elettorale di Donald Trump, ha ribadito di trovarsi d'accordo con «alcuni passaggi su alcuni giudizi sulla magistratura» sostenendo che «Musk ha il diritto di esprimere il proprio parere sull'Italia o sulla Cina» ed «è libero di dire quello che pensa». (Corriere della Sera)

Nel corso della trasmissione in onda su La7 il conduttore David Parenzo cerca, con scarso successo, di inchiodare Italo Bocchino a presunte contraddizioni. Le parole di Elon Musk sui giudici italiani responsabili dello stop al trasferimento dei migranti in Albania rimbalzano a L'Aria che tira. (Secolo d'Italia)

Ma davvero si può credere che l’affondo di Elon Musk contro i magistrati italiani meritasse solo il silenzio della premier Giorgia Meloni e l'entusiastica adesione del ministro Matteo Salvini il quale, per inciso, è il suo vice a Palazzo Chigi? Era giusto far finta di nulla davanti una così tagliente ingerenza nei nostri affari interni, dato che il miliardario americano non è più un privato cittadino ma risulta già cooptato nella nascitura amministrazione Trump? No, mostrarsi indifferenti proprio no: in base al millenario principio per cui «qui tacet consentire videtur», non si poteva. (Corriere della Sera)