Umbria, Cassazione sul Crocifisso in aula: il preside non lo può imporre, ma il prof non lo può togliere
Spazio anche ad altri simboli fedi e cercando un'intesa tra tutti. Il crocifisso oltre che simbolo della Cristianità fa parte della cultura e della tradizione italiana e non discrimina nessuno.
A fare ricorso era stato un docente, appunto, che desiderava fare le sue lezioni senza il simbolo religioso appeso alla parete.
La sentenza delle sezioni unite civili della Suprema Corte, depositata oggi, riguardava un ricorso contro l’esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche deciso dal dirigente scolastico di un istituto professionale statale di Terni, tenendo conto di una delibera assunta a maggioranza dall’assemblea di classe degli studenti. (PerugiaToday)
Se ne è parlato anche su altri media
Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno affermato che la disposizione del regolamento degli anni venti del secolo scorso – che tuttora disciplina la materia, mancando una legge del Parlamento – è suscettibile di essere interpretata in senso conforme alla Costituzione. (PaeseRoma.it)
Condividi. Inizia. Puoi selezionare il secondo di avvio del contenuto che vuoi condividere. Termina. Puoi selezionare il secondo in cui puoi far terminare il contenuto che vuoi condividere. (Radio Radicale)
Una laicità castrante non è nella nostra civiltà, non è nella nostra legge, non è nella nostra libertà. È il Crocifisso, il Vivente, e nessuno può toglierlo dal mondo, e nessuno ce lo stacca dal cuore (Avvenire)
«Vogliamo mettere accanto al crocifisso i simboli delle altre religioni? Si avrà una società anonima, livellata verso il basso, senza conoscenza e senza storia. (leggo.it)
Il rammarico per il professor Metastasio è che “questa sentenza arrivi ben 13 anni dopo i fatti” Adesso il prof, a distanza di quasi tre lustri, si dice soddisfatto per l’evoluzione della vicenda giudiziaria. (Tecnica della Scuola)
(Fonte tgcom24.mediaset.it) “L’aula può accogliere la presenza del crocifisso – si legge nella sentenza 24414 – quando la comunità scolastica interessata valuti e decida in autonomia di esporlo, eventualmente accompagnandolo con i simboli di altre confessioni presenti nella classe e in ogni caso ricercando un ragionevole accomodamento tra eventuali posizioni difformi”. (Papaboys 3.0)