Deflagra il Huawei-gate: bufera sul Parlamento Ue
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La procura federale belga ha aperto un’inchiesta che scuote il Parlamento europeo, rivelando un presunto sistema di corruzione orchestrato da lobbisti legati alla multinazionale cinese Huawei. Al centro delle indagini c’è Francesco Ottani, un lobbista italo-belga già assistente di due eurodeputati italiani, accusato di essere il fulcro di una rete che avrebbe distribuito benefit a decine di parlamentari in cambio di appoggi politici. Tra i “regali” elargiti figurano biglietti esclusivi per partite di calcio, costosi smartphone, viaggi di lusso in Cina e bonifici in denaro contante, secondo quanto emerso dalle carte dell’indagine.
Le autorità belghe hanno apposto i sigilli su alcuni uffici del Parlamento europeo, tra cui quelli di assistenti legati a Forza Italia (PPE) e ai liberali di Democratic Bulgaria (Renew). Le perquisizioni, ancora in corso, hanno coinvolto almeno 15 eurodeputati, sia in carica che delle precedenti legislature, tra cui figurano nomi italiani. L’operazione, denominata “Génération”, ha mobilitato un centinaio di investigatori tra Bruxelles, Francia e Portogallo, riaprendo ferite mai del tutto sanate dopo il recente scandalo del Qatargate.
Tra i nomi emersi c’è quello di Giosi Ferrandino, ex europarlamentare del Partito Democratico e sindaco di Ischia, già al centro di un precedente caso giudiziario nel 2015. All’epoca, Ferrandino fu arrestato per corruzione, trascorrendo 22 giorni in carcere e tre mesi ai domiciliari, prima di essere assolto da tutte le accuse. Oggi, il suo nome torna alla ribalta in relazione all’inchiesta Huawei, sebbene lo stesso Ferrandino si sia difeso affermando di aver agito “in buona fede” qualora avesse firmato documenti legati alla vicenda.
L’indagine, che si concentra su presunti flussi illeciti di denaro e favori, sembra delineare un modus operandi ben strutturato, in cui i lobbisti avrebbero sfruttato contatti privilegiati per influenzare decisioni politiche. La procura belga, che sta vagliando una mole consistente di documenti e testimonianze, non ha ancora reso pubblici tutti i dettagli, ma i sigilli apposti e le perquisizioni in corso lasciano intendere che lo scandalo potrebbe avere ramificazioni ancora più ampie.