Mo: Unrwa sospende consegna aiuti attraverso valico chiave tra Gaza e Israele

L'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi ha sospeso la consegna degli aiuti attraverso il valico di Kerem Shalom, tra Israele e Gaza, dopo che è diventato "impossibile" riuscirvi. Lo ha scritto su X il capo dell'Unrwa Philippe Lazzarini, spiegando che "la strada per uscire da questo valico non è sicura da mesi. Il 16 novembre, un grande convoglio di camion di aiuti umanitari è stato derubato da bande armate". (Civonline)

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Il capo dell'Unrwa, Philippe Lazzarini, in un post su X ha scritto che la strada dal confine in poi "non è sicura da mesi". L'agenzia delle Nazioni Unite per i palestinesi ha annunciato di aver sospeso la consegna degli aiuti attraverso il valico di Kerem Shalom, tra Israele e Gaza, a causa dei saccheggi da parte di bande armate nella Striscia. (Sky Tg24 )

Gli aiuti umanitari che entrano a Gaza hanno raggiunto un livello minimo, con conseguenze critiche sulla salute di chi ha bisogni medici e sulla possibilità di fornire loro assistenza. È l’allarme dei team di Medici Senza Frontiere (MSF), che avverte che con l’arrivo dell’inverno aumenteranno i casi medici legati alla carenza di cibo, acqua e rifugi adeguati. (LAPRESSE)

Mercoledì, il Programma alimentare mondiale ha fatto sapere che tutti i forni della zona centrale di Gaza hanno chiuso a causa della grave carenza di farina e dell'insufficienza degli aiuti umanitari. Il pane è l'unico elemento vitale rimasto per migliaia di famiglie. (Euronews Italiano)

Guterres: “Gaza ha il più alto numero di bambini amputati al mondo”

Il portavoce dell'Idf ha annunciato di aver attaccato più volte in Libano a causa della violazione dell'accordo di cessate il fuoco da parte di Hezbollah. L'esercito ha riferito inoltre che aerei da combattimento hanno attaccato dei lanciarazzi di Hezbollah nell'area di Sidone, dopo che lì è stata rilevata un'attività terroristica, è stato attaccato anche un impianto di produzione missilistica dei paramilitari filoiraniani in profondità nel Libano. (Corriere della Sera)

«Due mesi fa, la mia famiglia ha aperto la prima mensa per i poveri a Beit Lahiya, la mia città natale nel nord di Gaza. Servivamo un semplice stufato di verdure – una rivisitazione di ricette tradizionali gazawi come la fogaiyya e la sumagiyya – fatto con qualsiasi verdura su cui riuscivamo a mettere le mani. (il manifesto)

“La catastrofe di Gaza non è altro che un collasso totale della nostra comune umanità. L’incubo deve finire. (Agenzia askanews)