Le difficili trattative tra Iran e Stati Uniti
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Un atteggiamento prudente; del resto è stato proprio Donald Trump nel 2018 a decidere il ritiro degli Stati Uniti dall’accordo firmato da Barack Obama nel 2015. Il negoziato non è affatto facile. Trump lo ha avviato inviando, tramite un diplomatico degli Emirati Arabi Uniti, una lettera alla guida suprema iraniana, l’ayatollah Ali Khamenei, sollecitando l’avvio di colloqui sul nucleare e al tempo stesso minacciando azioni militari in caso di rifiuto. (Treccani)
Su altri giornali
(Adnkronos) – L’ayatollah Ali Khamenei ‘frena’ sui colloqui con gli Stati Uniti – “non sono né troppo ottimista né troppo pessimista” – mentre il prossimo round si terrà ancora in Oman e non più a Roma: troppo “imbarazzante” la presenza negli stessi giorni del vice presidente JD Vance, atteso da venerdì a domenica, fanno notare all’Adnkronos diverse fonti diplomatiche. (Il Giornale dell'Umbria – il giornale on line dell'Umbria)
E intanto l'inviato di Donald Trump, Steve Witkoff, chiarisce: un accordo finale con Teheran deve comportare "l'eliminazione dell'arricchimento dell'uranio e del programma di sviluppo dell'arma" nucleare. (Adnkronos)
Le parole di Baqaei sono arrivate all’indomani dell’annuncio, da parte del ministro degli Esteri Antonio Tajani, che i colloqui di sabato 19 si sarebbero svolti a Roma. Citato dall’agenzia, il portavoce del Ministero degli Esteri Esmaeil Baqaei ha confermato che il secondo incontro tra le delegazioni è previsto per sabato nella capitale omanita, Mascate. (Il Sole 24 ORE)
Qualsiasi accordo nucleare tra Stati Uniti e Iran "riguarderà in gran parte il monitoraggio del programma di arricchimento dell'uranio" portato avanti dalla Repubblica islamica, ha affermato Witkoff, senza menzionare la richiesta di ottenere il completo smantellamento del programma nucleare di Teheran. (La Gazzetta del Mezzogiorno)
E ancor più che abbiano deciso di rivedersi sabato prossimo a Roma per cercare un nuovo accordo sul programma nucleare iraniano. (Avvenire)
Il primo endorsement, seppure cauto, del leader supremo, nei confronti dei negoziati. Teheran, ha però aggiunto, resta "pessimista" sull'America (lapresse.it)