Attacco hacker al ministero della Giustizia

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Un attacco informatico ha colpito il Ministero della Giustizia italiano, con il giovane programmatore Carmelo Miano, di 24 anni, al centro dell'inchiesta. Arrestato il 2 ottobre a Roma, Miano è accusato di aver sistematicamente violato i sistemi informatici del Ministero e di diverse procure, inclusa quella di Gela. La Polizia Postale, coordinata dai magistrati del pool cybercrime della procura di Napoli, ha condotto l'indagine che ha portato all'arresto.

Il tribunale del riesame di Napoli ha confermato la misura cautelare in carcere per Miano, respingendo il ricorso della difesa che sosteneva l'assenza delle condizioni per la detenzione. I giudici hanno anche confermato la competenza territoriale dell'inchiesta a Napoli.

Tra le vittime dell'hackeraggio figura anche il procuratore della Repubblica di Prato, Luca Tescaroli, insieme ad altri 45 magistrati. Tescaroli, recentemente trasferito dalla procura di Firenze, ha sottolineato l'importanza di determinare cosa sia stato scaricato e per conto di chi.

L'attacco ha sollevato preoccupazioni sulla sicurezza dei sistemi informatici governativi, evidenziando la rapidità con cui la tecnologia avanza e le crescenti capacità delle organizzazioni criminali e dei singoli hacker.