Mobilitati governatori, piazza e Cgil. Esulta la sinistra dopo la guerriglia
La battaglia contro l'Autonomia differenziata che ha unito la galassia delle opposizioni dentro e fuori il Parlamento, era partita all'indomani dell'approvazione della legge Calderoli, promulgata il 26 giugno scorso dal capo dello Stato, Sergio Mattarella. Una bandiera per la Lega, sostenuta dall'intera maggioranza, con l'obiettivo di consentire alle Regioni di richiedere «ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia». (il Giornale)
La notizia riportata su altri giornali
Come Luca Zaia, che vede nell’autonomia la rappresentazione più concreta possibile del vecchio sogno leghista della secessione e che, nel 2017, promosse e stravinse in Veneto un referendum proprio su questo. (il manifesto)
La Corte costituzionale ha bocciato pezzi fondamentali della legge sull’Autonomia differenziata, come le norme sui livelli essenziali dei servizi e il Parlamento dovrà riscriverle seguendo le indicazioni dei giudici a cui si erano rivolti le regioni Toscana, Campania, Puglia e Sardegna. (Il Fatto Quotidiano)
Dopo i dodici interventi, quel che resta della Calderoli diventa inapplicabile per cui, spiega la Corte, spetta al Parlamento «colmare i vuoti» e nel frattempo, è lecito prevedere, cade il referendum abrogativo della legge Calderoli perché non avrebbe senso la consultazione popolare su una norma che tocca a Camera e Senato riscrivere. (ilmattino.it)
È un “no” che in realtà diventerà un “ni” e forse quasi un “si” all’incostituzionalità della riforma delle autonomie differenziate quello pronunciato ieri dalla Corte costituzionale presieduta da Barbera, quasi un messaggio di addio del presidente che sta per lasciare. (La Stampa)
Ma sui cellulari di Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani piomba un comunicato: la Corte costituzionale si è espressa sull’autonomia differenziata. Alle 18 le bandiere sventolano nell’auditorium San Francesco di Perugia, chiesa duecentesca sconsacrata e riempita per il comizio finale dei leader del centrodestra in Umbria. (Il Fatto Quotidiano)
Ieri la Corte costituzionale ha deliberato sui ricorsi presentati dalle Regioni Toscana, Puglia, Sardegna e Campania e ha appunto ritenuto «non fondata la questione di costituzionalità dell’intera legge sull’autonomia differenziata», considerando però «illegittime specifiche disposizioni dello stesso testo legislativo», bocciando sette punti della legge Calderoli (Corriere Fiorentino)