Mondiale per Club, chi l’ha visto? Il grosso rischio che sta correndo la Fifa

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Tuttosport SPORT

Un mondiale al buio, senza le immagini tv . Una riedizione del 1930 in Uruguay in piena epoca di comunicazione globalizzata digitalizzata iper-immanente. Paradossale? Tutt’altro: è il rischio che corre il primo Mondiale per club della Fifa, quello a cui parteciperanno 32 squadre negli Stati Uniti tra giugno e luglio e che, nelle intenzioni dei dirigenti di Zurigo, avrebbe dovuto garantire introiti fantasmagorici ai club che vi parteciperanno. (Tuttosport)

Ne parlano anche altri giornali

La nuova competizione voluta dalla FIFA, ed osteggiata dai sindacati dei calciatori, non decolla. Dubbi sull'organizzazione. La nuova competizione calcistica, fortemente voluta dalla FIFA, dovrebbe giocarsi negli USA dal 15 giugno al 13 luglio. (Goal Italia)

Caos Mondiale per Club: senza tv e senza stadi, Inter e Juventus chiedono chiarezza (TUTTO mercato WEB)

Non ci sono gli stadi, non ci sono i diritti tv, non c'è l'accordo con i club tantomeno con i calciatori. Leggi tutta la notizia (Virgilio)

Cosi la Gazzetta dello Sport analizza la situazione legata al Mondiale per Club, competizione in programma a giugno 2025. Mondiale per Club, Problemi stadi e DIRITTI TV! I club chiedono CHIAREZZA. COSA SUCCEDE (Lazio News 24)

Sabato 28 settembre l’Inter conoscerà gli stadi in cui si giocheranno le partite del Mondiale per Club, che si disputerà tra giugno e luglio. Da Sportitalia viene fuori una possibilità. (Inter-News)

“Mentre le piattaforme virtuali in cui ormai si sono trasformati i partiti si occupano, fingendo di dividersi, delle vere o presunte consulenti dell’ex ministro Sangiuliano e altre armi di distrazione di massa, nel Paese reale i salari dei lavoratori italiani sono fermi da 30 anni con un costo della vita più che raddoppiato, è in corso una vera e propria de-industrializzazione con il moltiplicarsi delle ore di cassa integrazione, oltre 130.000 posti a rischio con della siderurgia, altri 8mila nel settore della produzione dell’energia (centrali a carbone e cicli combinati), circa 2.000 nel settore elettrico (a rischio per l’addio al mercato tutelato), quindi 4.094 nella chimica di base, 3.473 nel petrolchimico e nella raffinazione, 8.500 nelle telecomunicazioni. (Il Giornale dell'Umbria – il giornale on line dell'Umbria)