"La legge italiana non funziona un ca**o": Baby Gang esce dal carcere e sfreccia via in Lamborghini

Baby Gang, vero nome Zaccaria Mohuib, alla fine è uscito ieri, poco dopo le 12:30, dal carcere di Busto Arsizio, in provincia di Varese, dove era detenuto e torna agli arresti domiciliari. Secondo i giudici del tribunale della Libertà, composto dal collegio Galli-Buzzanca-Alonge, che hanno accolto la richiesta dell’avvocato dell’imputato, Niccolò Vecchioni, i magistrati d’appello non avrebbero tenuto conto del fatto che il rapper fosse “stato autorizzato dalla stessa Corte e dal Tribunale prima a derogare sia all’obbligo di permanenza al domicilio e al divieto di comunicare con soggetti terzi”. (Il Fatto Quotidiano)

La notizia riportata su altri media

“La legge italiana non funziona un c...o”, ha detto Baby Gang prima di salire sulla sua Lamborghini arancione e andarsene definitivamente. (IL GIORNO)

Baby Gang è coinvolto in quattro rapine per cui era stato arrestato a gennaio 2022. (MilanoToday.it)

Il trapper da milioni di follower, con una lunga serie di procedimenti giudiziari sulle spalle, iniziati quando era ancorta adolescente, era tornato di nuovo dietro le sbarre in aprile per aver violato gli arresti domiciliari, dove si trovava con il braccialetto elettronico da gennaio in seguito a condanne in primo grado a 4 anni e 10 mesi per una rapina e a 5 anni e 2 mesi per una sparatoria nell’estate del 2022 in una delle zone della movida milanese. (IL GIORNO)

Il trapper sotto processo. Baby Gang assolto in appello: "Non era lui il rapinatore"

Assolto con la formula “per non aver commesso il fatto”: la vicenda riguarda il rapper Baby Gang, che era stato condannato in primo grado a a 4 anni e 10 mesi per una presunta rapina avvenuta a Vignate, in provincia di Milano, il 12 luglio 2021. (Rolling Stone Italia)

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I giudici, ha spiegato l’avvocato Niccolò Vecchioni che assiste il trapper assieme al collega Giosuè Naso, "hanno riconosciuto la fondatezza della nostra tesi difensiva, che era stata disattesa dal giudice di primo grado con motivazioni evidentemente poco persuasive". (IL GIORNO)