FLASH | ‘Ndrangheta nel Lametino, blitz della Dda: cinquantanove arresti
Cinquantanove persone sono state arrestate stamani dai carabinieri di Catanzaro durante un blitz scattato all’alba nel territorio del circondario di Lamezia Terme e in altri centri italiani. Agli indagati, cinquanta di quali sono finiti in carcere a nove ai domiciliari, i Gip presso il Tribunale di Catanzaro, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia locale, contesta a vario titolo le ipotesi di reato di associazione di tipo ‘ndranghetistico, associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, anche aggravata dalle modalità e finalità mafiose, e in ordine ad altri numerosi delitti, anche questi aggravati dalle modalità e finalità mafiose. (Eco della Locride)
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Il gruppo sarebbe stato particolarmente attivo nel traffico di sostanze stupefacenti e nello sfruttamento del settore boschivo. Dalle indagini emersi rapporti anche con clan crotonesi e di Rosarno. In carcere pure due carabinieri (Il Vibonese)
Colpo alla ‘ndrangheta nella zona da Lamezia Terme, in provincia di Catanzaro, fino a Vibo Valentia. All’alba di giovedì 7 novembre i carabinieri – su richiesta della Direzione distrettuale antimafia (Dda), hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare che ha portato a 59 arresti. (Virgilio Notizie)
«La misura cautelare eseguita oggi ha riguardato un'organizzazione, un'articolazione della 'ndrangheta che opera in un'area interna tra la provincia di Vibo Valentia e, in particolare, l'area del Lametino, comprendendo le zone di Maida e Cortale. (Gazzetta del Sud - Edizione Calabria)
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Cinquanta sono finiti in carcere, mentre 9 agli arresti domiciliari. Sono accusati di associazione di tipo ‘ndranghetistico, associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, anche aggravata dalle modalità e finalità mafiose, nonché in ordine ad altri numerosi reati, anche aggravati dalle modalità e finalità mafiose. (TuttOggi)
“Un capitano che mangia pure con me”. Entrambi compaiono tra i 59 arresti eseguiti dalla Procura di Catanzaro diretta da Vincenzo Capomolla. (Il Fatto Quotidiano)