Diritti umani. La mossa della Corte penale verso Israele sfida la credibilità europea
La decisione della Corte penale internazionale era attesa, prevista e di fatto quasi inevitabile, alla luce dei massacri di civili compiuti vicendevolmente da Hamas e dalle forze militari israeliane. Così come del tutto prevedibili le reazioni indignate da parte di Tel Aviv e degli Stati Uniti ai mandati di arresto contro il primo ministro Bibi Netanyahu e l’ex ministro della difesa Yoav Gallant, con la solita accusa alla Corte di essere “antisemita”. (Avvenire)
Se ne è parlato anche su altri media
PUBBLICITÀ La Commissione europea ha lanciato un avvertimento a Viktor Orbán dopo che il primo ministro ungherese ha annunciato di voler invitare il suo omologo israeliano, Benjamin Netanyahu, ignorando il mandato di arresto della Corte penale internazionale (Cpi). (Euronews Italiano)
Non c’è solo una ragione di ripulsa emotiva, di ribellione istintiva rispetto all’inaccettabile inversione morale in virtù della quale si vorrebbe presentare il primo ministro israeliano, cioè il capo del paese aggredito il 7 ottobre dell’anno scorso, come un criminale internazionale, come un ricercato globale da arrestare ovunque possibile. (Liberoquotidiano.it)
La Corte penale internazionale ordina l'arresto di Netanyahu e Gallant (AGI - Agenzia Italia)
Cosi', a Napoli, il ministro della Difesa, Guido Crosetto, in merito al mandato di arresto emesso dalla Corte penale internazionale su Benjamin Netanyahu. "La linea del governo e' quella di approfondire le motivazioni della sentenza che, a primo acchito, sembra una sentenza piu' politica che tecnica". (Tiscali Notizie)
A gennaio il primo ordine della Corte internazionale di Giustizia (Cig) ha accolto l’accusa di genocidio mossa a Israele dal Sudafrica (ne sarebbero seguiti altri due); a luglio la stessa Corte ha definito illegale l’occupazione militare dei Territori palestinesi e l’ha designata come annessione di fatto e regime di apartheid. (il manifesto)
Con l’aplomb del cronista, racconta la realtà così come la vede. «Dal mio punto di vista, Netanyahu dovrebbe essere in prigione da tempo, ma per le sue accuse di corruzione. (La Stampa)