Hit Man. Killer per caso. La recensione del film di Richard Linklater

Spassosissima black comedy con le variazioni e il ritmo di una partitura jazz. Ridisegna i confini della performance e del desiderio. Con uno straordinario Glen Powell. Per quanto a volte discontinuo, Richard Linklater – il padre più illustre, insieme a Steven Soderbergh, del cinema indipendente americano post New Hollywood – veniva da uno dei suoi film migliori: il coming of age in rotoscope Apollo 10 e mezzo. (Sentieri Selvaggi)

Se ne è parlato anche su altri media

Viene descritto come un uomo sulla cinquantina, “alto ma non troppo, magro ma non troppo… che a volte indossa occhiali dalla montatura sottilissima che gli conferiscono un’aria erudita”. Sfogliando le pagine del numero di ottobre 2001 del Texas Monthly (o, visto che siamo nel 2024, cliccandoci sopra), troverete un articolo di Skip Hollandsworth su un uomo di Houston di nome Gary Johnson. (Rolling Stone Italia)

Killer per caso, in un crescendo di sceneggiatura e recitazione dal ritmo perfetto, che arriva dopo quasi un paio d’ore perfette in cui il duo Glen Powell e Adria Arjona ridefinisce i confini e i ruoli della commedia romantica moderna, non più per forza storie di donne da convincere e uomini che lentamente cedono alla forza dell’amore, ma finalmente un rapporto complicato, fatto di equivoci (altrimenti che commedia è?) ma soprattutto di ridefinizione di identità e ruoli nella coppia. (WIRED Italia)

È nata una stella, anzi due. (Style - Moda Uomo del Corriere della Sera)

«Hit Man – Killer per caso»: quando il thriller si trasforma in una commedia romantica. Voto 8

a cosa si sono ispirati per pianificare le scene d'intimità? I protagonisti di Hit Man lo hanno svelato in una recente intervista. (ComingSoon.it)

Potrebbe sorprenderli, allora, trovare il regista texano alla direzione di una commedia nera come Hit Man – Killer per caso. I cinefili più esigenti conoscono Richard Linklater per la sua trilogia romantica Before Dawn, Before Sunrise, Before Midnight e per l’eccezionale Boyhood: film, tutti, innovativi quanto refrattari alle formule e alle lusinghe del cinema ordinario d’oltreatlantico. (la Repubblica)

Attirandosi l’ironia degli studenti che conoscono la sua vita piatta e abitudinaria, divisa tra l’insegnamento, la cura delle piante di casa, il cibo per i suoi due gatti e quello per gli uccellini. (Corriere della Sera)