Turchia: l’Ue è cieca. Trump, domani un test

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ROMA on line ESTERI

“Se non respingiamo questo tentativo di colpo di Stato non avremo più le urne in Turchia”. Sarà la fine della democrazia. Così, intervistato da “Le Monde”, OzgurOzel - il leader del Chp, il Partito repubblicano del popolo, la maggiore forza politica del Paese - il quale si definisce “portavoce” dei milioni di turchi, segnatamente i giovani, che protestano contro l’involuzione delle istituzioni verso la dittatura. (ROMA on line)

Ne parlano anche altri giornali

L’eccezionalità anche in termini numerici di questa sommossa popolare non è sufficiente a giustificare un paragone, che sia pertinente, con le proteste scoppiate a Istanbul più di undici anni fa. (RSI Radiotelevisione svizzera)

La democrazia turca era in sofferenza già prima che Ekrem Imamoglu, sindaco di Istanbul, il principale candidato per sfidare (e forse sconfiggere) il presidente Erdogan, fosse arrestato la settimana scorsa con accuse che, secondo molti, sarebbero pretestuose. (La Stampa)

I tumulti in Turchia sono scoppiati in seguito all’arresto e alla destituzione da parte della polizia del sindaco di Istanbul, Ekrem İmamoğlu, con le accuse di frode, corruzione e favoreggiamento al terrorismo. (Il Sole 24 ORE)

Per il presidente e il suo governo chi aderisce al "no shopping day" rema contro lo Stato. Ma lui per primo ha incoraggiato questa forma di ostruzionismo, in particolare ai danni di Israele (Il Fatto Quotidiano)