Chi vuole cosa. Medio Oriente, quali sono gli schieramenti sullo scacchiere

Un combattente antiregime strappa una gigantografia raffigurante il presidente siriano Bashir al-Assad e suo fratello Maher all'aeroporto di Aleppo - Ansa Nello scacchiere mediorientale sono parecchi gli interessi in campo. Talvolta sono contrapposti in maniera netta, talaltra si intrecciano. E c'è chi gioca su più tavoli contemporaneamente. Al centro, lo scontro indiretto tra Israele e l'Iran. La questione palestinese. (Avvenire)

La notizia riportata su altre testate

Secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari (OCHA), la situazione rimane in continua evoluzione, con aggiornamenti quotidiani sulla portata degli sfollamenti. Al 30 novembre, il numero delle persone sfollate aveva superato le 48.500 unità. (la VOCE del TRENTINO)

"È passata una settimana da quando il conflitto si è intensificato in Siria. Lo denuncia l'Onu. (Gazzetta di Parma)

In Siria, i bambini stanno affrontando una delle emergenze più complesse al mondo, una combinazione di ostilità prolungate, ripetuti sfollamenti di civili, recessione economica, epidemie di malattie e terremoti devastanti. (UNICEF Italia)

Scontri in Siria, L’Aquila risponde all’appello sulla de-escalation delle armi

Dopo la tempesta della conquista di Aleppo da parte di forze jihadiste filo-turche e l'apparizione mediatica del presidente siriano Bashar al Assad a Damasco, le pedine sullo scacchiere siriano sono tornate a muoversi in modo frenetico. (La Stampa)

Dopo la conquista di Aleppo da parte di forze jihadiste filo-turche e l'apparizione mediatica del presidente siriano Bashar al Assad a Damasco, oggi è il giorno della riunione d'emergenza del Consiglio di sicurezza Onu sulla Siria. (Sky Tg24 )

Risponde anche L’Aquila all'appello del dipartimento di Stato americano sulla “de-escalation delle armi in Siria". Dopo gli scontri armati degli ultimi giorni, con un bilancio che ha raggiunto 514 morti, inclusi 92 civili, migliaia di persone sono state nuovamente costrette a lasciare le loro case. (Il Capoluogo)