L'UE ha cambiato idea sul futuro dell'auto? Emergono i primi dubbi
Il settore auto in Europa deve fare i conti con le difficoltà del programma di elettrificazione. Il 2024 si chiuderà con vendite stabili, a meno di improvvise (e improbabili) accelerazioni nel corso del mese di dicembre, mentre le vendite di auto elettriche in UE continuano a viaggiare su ritmi non certo straordinari. Come confermano gli ultimi dati sulle immatricolazioni in Europa, aggiornati alla fine del mese di novembre 2024, andando a considerare il mercato UE, le vendite di auto elettriche sono pari a circa 1,3 milioni di unità con un calo del 5,4% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. (Virgilio)
La notizia riportata su altre testate
Partiranno a gennaio gli incontri tra l’Europa e l’industria dell’auto che hanno lo scopo di mettere a punto una strategia che possa portare a una maggiore competitività del settore. Di Edoardo Nastri (Corriere della Sera)
«Nella difficile situazione in cui si trova l'industria automobilistica in molti casi a livello mondiale, ma soprattutto in Europa, non ha senso gravarla ora con ulteriori multe per non aver raggiunto risultati nel prossimo anno. (Il Messaggero - Motori)
L’obiettivo è trovare soluzioni condivise per sostenere un settore cruciale per l’economia continentale, favorendo la transizione ecologica senza compromettere la competitività. L’Unione Europea si prepara ad avviare un dialogo strategico con i principali attori dell’industria automobilistica, a partire da gennaio 2025. (Automoto.it)
Il Dialogo strategico coinvolgerà costruttori, fornitori, sindacati e associazioni imprenditoriali in una serie di incontri tematici presieduti dai membri della Commissione competenti per materia. (Tom's Hardware Italia)
Criticate sono alcune scadenze del Patto Verde e in particolare la messa al bando delle auto a benzina e diesel. L’annuncio è giunto in pieno vertice europeo. (Il Sole 24 ORE)
«Abbiamo chiesto all’Europa una revisione del contesto normativo e la rimozione della follia delle multe che sta costringendo le case automobilistiche a chiudere gli stabilimenti». (Secolo d'Italia)