Scontro tra toghe e governo, aria pesante e accuse reciproche
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Il disegno di legge costituzionale sulla separazione delle carriere tra magistrati giudicanti e requirenti, che approderà in Aula a Montecitorio il prossimo 26 novembre, ha già intensificato lo scontro tra il governo e l'Associazione nazionale magistrati (Anm). Il sindacato delle toghe denuncia un clima di paura e intimidazione nei confronti dei magistrati, in attesa di riforme che peggiorerebbero l'attuale assetto. Il tema della separazione delle carriere, da sempre controverso, è diventato incandescente dopo l'offensiva dell'esecutivo contro le mancate convalide dei trattenimenti dei richiedenti asilo provenienti da "Paesi sicuri", considerati tali dal governo ma non dalla Corte Ue.
Il presidente dell'Anm, Giuseppe Santalucia, ha espresso preoccupazione per il clima inquietante che si è creato attorno al lavoro dei magistrati, sottolineando come ogni provvedimento che non piace al governo venga etichettato come politicizzato. Santalucia ha dichiarato che lunedì sarà a Bologna per un'assemblea straordinaria, testimonianza del disagio e dell'inquietudine che pervadono la magistratura a causa delle pressioni politiche e mediatiche.
Il duello tra l'Anm e la Lega non conosce tregua. Ogni giorno si aggiunge un nuovo capitolo a questa saga, con il presidente dell'Anm che, durante un'intervista televisiva, ha attaccato il leader della Lega, Matteo Salvini, accusandolo di rappresentare la magistratura in modo fazioso e antitaliano. Salvini, dal canto suo, ha criticato le posizioni dell'Anm sul tema dell'immigrazione, accusando i magistrati di fare comizi invece di lavorare. La Lega ha ribadito che i magistrati dovrebbero concentrarsi sul loro lavoro e non partecipare a dibattiti televisivi.
La tensione tra le due parti è palpabile, con i magistrati che si sentono sotto attacco e il governo che insiste sulla necessità di riforme per migliorare l'efficienza del sistema giudiziario. Il caso del tribunale di Bologna, che ha rinviato alla Corte di giustizia Ue la decisione sul rimpatrio di un migrante bengalese, è emblematico di questo scontro.