Big Tech sta a Trump come gli oligarchi a Putin
La decisione di Mark Zuckerberg di abbandonare il fact-checking sulle sue piattaforme Facebook, Instagram e Threads è la chiusura di un cerchio. È l'abbraccio definitivo alla retorica della libertà di espressione senza limiti portata avanti da Donald Trump e dal partito repubblicano, intesa anche come libertà di propalare senza ritegno bufale e fake news. Cos… (L'HuffPost)
Ne parlano anche altri media
Il manifesto dell’8 gennaio 2025 (il manifesto)
È la cifra che Bezos, Zuckerberg, e il ceo di OpenAi Altman, e molti altri, hanno sborsato per finanziare la cerimonia di insediamento del 20 gennaio (che sarà preceduta da una prestigiosa cena con Melania e Donald il 19). (Orticalab)
Poi, quando Microsoft ebbe i primi guai con l’Antitrust, Bill Gates passò dal disprezzo alla diplomazia. Re magi che portano doni per l’inaugurazione della presidenza Trump. (Corriere della Sera)
Siccome sono tutti americani, non per cadere nei cliché, ma è vero che le democrazie europee stanno affrontando minacce mai viste prima proprio da quella parte dell’oceano. Perché? Ovvio: l’intreccio tra il capitalismo e le oligarchie tecnologiche conferma che le democrazie non funzionano più, hanno bisogno di rivedere missioni e valori di fronte all’arrembaggio dei super ricchi del big tech (Il Fatto Quotidiano)
Il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca sta trasformando rapidamente il panorama politico dell’intero mondo. Tra le variazioni più eclatanti e significative spicca il drastico cambio di atteggiamento delle grandi aziende tecnologiche. (L'INDIPENDENTE)
Nei prossimi mesi si comprenderà quale dei due aspetti del nuovo potere sia destinato a usare, o essere usato, dall’altro (Il Sole 24 Ore premium)