Generali-Natixis, le rassicurazioni sulla jv: nessun rischio su gestione risparmio italiani e Btp

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Finanzaonline ECONOMIA

Generali prova a rassicurare il mercato e spazzare via i timori sorti intorno all’operazione, annunciata lo scorso 21 gennaio, riguardante una partnership nel risparmio gestito con la francese Natixis e la sua controllante, il Groupe des Banques Populaires et des Caisses d’Epargne (BPCE). “Un’operazione rilevante nel panorama finanziario italiano ed europeo, che “è stata oggetto di molta attenzione da parte della stampa e del mercato”, si legge nella nota di precisazione del gruppo di Trieste, diffusa oggi. (Finanzaonline)

Se ne è parlato anche su altri media

Goldman Sachs, banca d’affari americana proprietaria dell’immobile in Via Rizzoli, nel quartiere milanese di Crescenzago, lo ha ceduto per circa 50 milioni di euro a Sienna Investments Managers gestore francese (Il Giornale d'Italia)

Philippe Donnet e Generali promettono al governo più tasse versate. L’operazione per dare vita assieme ai francesi di Natixis a uno dei più importanti operatori del risparmio gestito al mondo darà modo alla compagnia di contribuire con più gettito. (L'HuffPost)

In una nota molto tecnica ma con un messaggio molto politico, la compagnia, anche dopo un’interlocuzione con la Consob, spiega nei dettagli il funzionamento della prevista joint venture nel risparmio gestito che dovrebbe unire oltre 600 miliardi di asset di Generali Inv… (la Repubblica)

La recente partnership siglata da Generali Investment Holding con Natixis Investments Managers trova spazio sul sito corporate del, che si è arricchito di una nuova pagina focalizzata sull’operazione annunciata lo scorso 21 gennaio. (LA STAMPA Finanza)

La partnership sull'asse Trieste-Parigi, sancita dal memorandum d'intesa non vincolante siglato lo scorso 21 gennaio e riguardante 1.900 miliardi di masse gestite (di cui 630 miliardi di risparmi degli italiani), se andrà in porto impiegherà diversi anni prima di produrre concreti benefici. (il Giornale)

E che ha fatto sollevare più di un dubbio da parte degli azionisti forti del Leone, come il gruppo Caltagirone (7% circa) e Delfin (appena sotto il 10%), su governance e regole nella gestione del risparmio italiano. (Corriere della Sera)