Raffreddiamo toni e parole: non sono gli anni Settanta

Una foto. Che poi è «la» foto. Il ragazzo si piega sulle gambe, la pistola in pugno, il passamontagna sul volto, spara ad altezza d’uomo. Milano, via De Amicis, 14 maggio 1977, simbolo (orribile) di una stagione. Negli scontri muore Antonio Custra, vicebrigadiere, 25 anni (venticinque). E in quegli stessi giorni, a Bologna, i giovani violenti minacciano il sindaco Renato Zangheri: vogliono bruciare la città e cacciare i fascisti. (Corriere della Sera)

La notizia riportata su altri media

In un video rilasciato ieri, il movimento ripercorre le concitate fasi della manifestazione di Bologna, spiegando che il momento in cui gli attivisti si avvicinano agli agenti in tenuta antisommossa era dovuto solo al "raggiungimento di una moderazione tra manifestanti e autorità nell’interesse di tutti". (QUOTIDIANO NAZIONALE)

– Aveva tuonato pesantemente contro il governo dopo gli scontri avvenuti a Bologna nel giorno dei tre cortei in contemporanea (Rete dei patrioti, anarchici e antagonisti): “Sabato ci hanno mandato 300 camicie nere, mentre noi vorremmo i fondi per l’alluvione”. (il Resto del Carlino)

Ma l’impegno è stato disatteso. Lo aveva deciso il Comitato ordine pubblico e sicurezza, dove per il governo siedono Prefetto e Questore. (L'HuffPost)

Il prefetto di Bologna: «La manifestazione in centro? Il sindaco al corrente di tutto»

Dopo aver liquidato i gruppi di estrema destra nella fase precedente alla conquista del governo, in quanto inutili sul piano elettorale e fonte d'imbarazzo, oggi la destra di governo li richiama in servizio per aumentare la conflittualità nei confronti della sinistra con la pretesa di fare tutte le parti in commedia e criminalizzare il dissenso a suon di provocazioni. (Fanpage.it)

Una reazione che si è prima manifestata nelle piazze – dal presidio non violento con partiti e Anpi, alle manifestazioni non autorizzate degli antagonisti, che sono come al solito sfociate in scontri con la polizia – e che poi si è spostata sul piano istituzionale, con il sindaco Matteo Lepore che ha accusato il governo di “avere mandato in città trecento camicie nere”, affondo che ha generato un cortocircuito istituzionale senza precedenti con Viminale e Questura. (il Resto del Carlino)

Dottor Attilio Visconti, partiamo dall’accusa più grave. Come risponde?«Ribadisco che in sede di Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica si è preso atto che la manifestazione era stata regolarmente preavvisata con circa due mesi di anticipo e si è fatto presente l’impossibilità di vietarne lo svolgimento in assenza di motivi ostativi. (Corriere della Sera)