Liste d’attesa, nodo organici: rallenta il piano per assumere nuovi medici e infermieri. E Schillaci richiama le Regioni
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ROMA Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, non si espone, ma che si aspettasse di più dalla Manovra per la sanità non è un mistero. Medici e infermieri, che avevano aperto una linea di credito nei suoi confronti, sono in rivolta e hanno annunciato uno sciopero generale per il 20 novembre. Il piano delle 30mila assunzioni, promesso in molte occasioni, slitta quanto meno di un anno. E soprattutto il timore che la riforma delle liste d’attesa, su cui Schillaci ha speso molte energie, sia una scatola vuota si sta concretizzando. (ilmessaggero.it)
Su altre fonti
- "Questa è la battaglia più importante, sia per curare efficacemente chi soffre e sia per investire sul benessere di tutti attraverso gli screening periodici". Così, in una lettera indirizzata al presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga, il ministro della Salute Orazio Schillaci parla del decreto per contrastare le liste d'attesa annunciando che il ministero è al lavoro per ultimare i decreti attuativi. (Dire)
Getting your Trinity Audio player ready... MANOVRA. SCHILLACI: NESSUN TAGLIO A SANITÀ, STIAMO INVERTENDO ROTTA (Dire)
Liste d’attesa. Schillaci alle Regioni: “Ci sono situazioni intollerabili. Ora collaboriamo” (Quotidiano Sanità)
Sanità in Campania: il governatore De Luca e il ministro della Salute Schillaci si confrontano su liste d’attesa, fondi, tetti di spesa per i farmaci, chiusura dei punti nascita con meno di 500 parti l’anno e lo sblocco dei monoclonali per i neonati. (Quotidiano del Sud)
È quanto emerge dal terzo ‘Rapporto civico sulla salute 2024’ di Cittadinanzattiva, presentato a Roma presso l’Auditorium Cosimo Piccinno del ministero della Salute. (Frosinone News)
Mentre medici e infermieri sono pronti allo sciopero perché la manovra prevede per la sanità pubblica molte meno risorse rispetto a quelle che lui stesso aveva auspicato, il ministro della Salute Orazio Schillaci pensa bene di difendersi partendo all’attacco delle Regioni e degli stessi professionisti della sanità. (Il Fatto Quotidiano)