La storia. Gaza senza scuola, la maestra Israa riporta tra i banchi i piccoli profughi

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Avvenire ESTERI

ANSA A scandire le ore è il rombo dei motori degli aerei seguito dalle deflagrazioni. Raid dopo raid macerie nuove si ammassano sopra le vecchie creando un’architettura apocalittica. Israa, però, è diventata abile a trovare quel che può essere riutilizzato. Un pezzo di compensato, lo scheletro di uno scaffale, un frammento di tavolo. Le sue mani sistemano i brandelli di oggetti nei modi più fantasiosi. (Avvenire)

Su altri giornali

È stata uccisa nelle prime ore del 4 settembre. Emilia, sette anni, non è riuscita a tornare fra i banchi il terzo giorno. (L'HuffPost)

Otto striscioni appesi ai cancelli d’ingresso della scuola o esposti dalle finestre per esprimere solidarietà agli studenti e coetanei palestinesi mentre continua il conflitto i… No more school a Gaza”, con questo striscione otto istituti secondari di Palermo hanno protestato contro le stragi di civili nella Striscia di Gaza nei giorni d’inizio del nuovo anno scolastico. (La Repubblica)

NUSEIRAT (STRISCIA DI GAZA). La guerra nella sottile Striscia di Gaza - due milioni e mezzo di abitanti - ha impedito a oltre 700 mila bambini di frequentare le lezioni, li ha privati dell’istruzione e delle loro scuole, per la maggior parte distrut… (La Stampa)

Sui sedili posteriori una bambina piange di disperazione. Ci sono cinque carri armati coi cannoni puntati verso un’auto gialla. (La Stampa)

Scuola Resistente si è collegata con Gaza e grazie all’aiuto di Sharif, cittadino di Gaza oggi mediatore culturale a Siena che ha tradotto in tempo reale le parole di Nancy (nome di fantasia), studentessa universitaria all’ultimo anno, ha aperto un riflettore sulle sofferenze di una popolazione che da quasi un anno vive un genocidio in atto finalizzato alla pulizia etnica da parte del governo sionista di Tel Aviv. (Radio Onda d'Urto)

Inoltre, tra gli studenti che non hanno potuto imparare l'anno scorso ci sono 39mila studenti che hanno perso l'ultimo anno di scuola perdendo quindi la possibilità di sostenere gli esami finali. (Vanity Fair Italia)