Dazi Usa, l'Europa sotto pressione

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ECONOMIA

L'elezione di Donald Trump alla Casa Bianca ha riacceso il dibattito sui dazi, con l'Europa che si trova ora a fronteggiare una nuova ondata di protezionismo. Il presidente repubblicano, noto per le sue politiche economiche aggressive, ha promesso di imporre dazi su una vasta gamma di prodotti, con l'obiettivo di proteggere l'economia statunitense. Durante il suo primo mandato, Trump ha già imposto restrizioni su migliaia di prodotti per un valore complessivo di 380 miliardi di dollari, secondo i calcoli di Tax Foundation.

L'Italia e la Germania, in particolare, sono i paesi europei più esposti a queste nuove misure. Il commissario Ue agli Affari economici, Paolo Gentiloni, ha sottolineato che l'impatto dei nuovi dazi non sarà immediato, ma che occorrerà verificarne la portata nei prossimi mesi. Tuttavia, Gentiloni ha avvertito che i paesi con i maggiori surplus commerciali con gli Stati Uniti, come appunto Germania e Italia, potrebbero subire ripercussioni significative.

Durante comizi e interviste, Trump e i suoi sostenitori, tra cui l'ex stratega Steve Bannon, hanno spesso affermato che i dazi del 10% su tutti i prodotti di importazione negli Usa servano a far pagare alle aziende straniere l'accesso al mercato statunitense. Tuttavia, molti esperti economici ritengono che questa visione sia semplicistica e non tenga conto delle complesse dinamiche del commercio internazionale.

Roberto Vavassori, rappresentante di Brembo e Anfia, ha consigliato di non confondere i dazi con il ben più vasto problema del nuovo scontro planetario sull'Occidente e i suoi valori.