Borsa, oltre i delisting: in 24 verso il debutto (e le aziende imparano a conoscere la finanza)
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Da un lato la Bce che abbassa i tassi (l’ultimo intervento è del 12 dicembre scorso), dall’altro l’incertezza geopolitica che prosegue e rende instabili i mercati. Per Borsa Italiana il 2024 è un anno complesso, ma per le imprese del Paese è in atto una svolta: stanno imparando la finanza, cominciano a valutare l’apertura del capitale o forme nuove di credito. E se i delisting continuano a essere un problema per Piazza Affari — all’11 dicembre scorso l’ultimo atteso è Beghelli, dopo l’offerta di Gewiss, resa pubblica il 10 dicembre — stanno aumentando le aziende che chiedono di aderire al programma Elite, di preparazione al listino o di apertura del capitale e conoscenza degli strumenti alternativi di credito, così come crescono quelle pronte per il debutto sul listino. (Corriere della Sera)
Ne parlano anche altre testate
Dopo l’allarme delisting lanciato dalla Consob, l’Ad di Borsa Italiana, Fabrizio Testa, spiega: “Fenomeno ciclico e internazionale, in Italia più Ipo che addii” (FIRSTonline)
Siamo a +14,4% e in 3 anni il rialzo è stato del 30% e del 50% in 5 anni. Quando mancano pochissime sedute alla fine del 2024, abbiamo un saldo decisamente negativo tra IPO e delisting. (InvestireOggi.it)
E l’anno prossimo se ne aggiungeranno altre, che hanno già annunciato l’intenzione di fare le valigie: Cir, Unieuro, Mittel, Beghelli e altre. Si va da colossi come Chn Industrial, che aveva aperto le danze il 2 gennaio, a UnipolSai fino a Saras, Tod’s, Openjobmetis e Servizi Italia. (Italia Oggi)
Consob ha pubblicato l’Occasional Report “Le offerte pubbliche svolte in Italia nel periodo 2020 – 2023″, che riporta le principali evidenze relative alle offerte pubbliche di acquisto (“OPA”) e/o scambio (“OPS”) effettuate in Italia fra il 2020 e il 2023: nel documento si dimostra che nell’applicazione concreta, l’istituto dell’Opa, pensato originariamente come uno strumento volto a favorire la contendibilità delle imprese e la tutela degli azionisti di minoranza, è stato usato in Italia prevalentemente come via di uscita dalla Borsa. (Diritto Bancario)
Il nanismo della borsa di Milano è anche dovuto ai grandi gruppi che scelgono deliberatamente di non quotarsi. Non solo delisting. (Milano Finanza)
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