Chi non si volta si rivolta? Le sorprese del sindacalese
Commentatori, polemisti e militanti di destra stanno «impiccando» Maurizio Landini alla sue parole: rivolta sociale. È il messaggio che ha lanciato ai suoi seguaci prima e durante lo sciopero generale di venerdì scorso. Verrebbe da dire che una sensibilità così acuta per il linguaggio e la sua correttezza politica è sorprendente in chi ogni giorno esalta l’estremismo del «free speech» di Elon Musk come salutare ritorno alla libertà di espressione, dopo i decenni bui del «politically correct», in cui non si poteva neanche dire che «i gay non sono normali», come invece dice e scrive quel campione della destra italiana che è il generalissimo Vannacci. (Corriere della Sera)
Ne parlano anche altre testate
"Il punto è il governo cosa risponde ora" alle 500.000 persone che sono scese in piazza venerdì. Per quel che ci riguarda bisogna aumentare la spesa sanitaria e bisogna agire sul fisco per andare a prendere le risorse per fare questi investimenti. (La Gazzetta del Mezzogiorno)
Non una parola da questi baroni del sindacato di stato sugli immondi sprechi pubblici, non una parla sul cappio fiscale stretto al collo delle imprese, di professionisti e lavoratori dipendenti, non una parola sul vero nemico di chi produce e lavora: il socio occulto statale. (Nicola Porro)
Aver portato in piazza mezzo milione di persone non è servito a niente e per questo Maurizio Landini frigna e dice che il governo non può ignorare i manifestanti, supplicando un invito a Palazzo Chigi per ridiscutere la manovra finanziaria. (Panorama)
Stiamo chiedendo al governo in modo esplicito che riconvochi un tavolo sulla legge di Bilancio, così come chiediamo agli imprenditori di aprire le trattative sui rinnovi dei contratti». Ci deve essere una risposta. (Corriere della Sera)
"In 50 piazze dove ci sono state 500.000 persone non è successo proprio nulla. Cgil e Uil da quel punto di vista lì non devono rispondere a nessuno. Le nostre manifestazioni sono manifestazioni democratiche in cui non è successo assolutamente nulla". (Ottopagine)
Rivolgendosi direttamente a Giorgia Meloni, e non a un Matteo Salvini che continua a minacciare nuove precettazioni, i leader della Cgil Maurizio Landini e della Uil Pierpaolo Bombardieri chiedono al governo “risposte concrete”. (la Repubblica)