«You are crazy». Le proteste di coach Cerioni virali sui social: la scherma scippata fa parlare l'Italia

JESI Virale. Sui social, da ieri sera (30 luglio), girano solo le sue immagini. O meglio, le proteste all'indirizzo dei direttori di gara Hao Chih Huang di Taiwan e Sang Won Suh (Corea del Sud). Il soggetto, naturalmente, è coach Stefano Cerioni. Padre della scherma jesina e tecnico della Nazionale protagonista di una serata molto difficile che ha visto Filippo Macchi soccombere in finale - a un passo dal traguardo - contro Ka Long Cheung (Hong Kong). (corriereadriatico.it)

La notizia riportata su altri giornali

L’arbitro… PARIGI – Complotto o incapacità? Il giorno dopo l’interrogativo resta ancora sospeso sotto la cupola del Grand Palais, ma qualche dettaglio sulla serata maledetta filtra. Ed è prezioso per interpretare almeno lo stato d’animo con cui i due arbitri hanno condotto la finale persa tra le polemiche da Filippo Macchi contro il campione di Hong Kong Cheung Ka Long. (la Repubblica)

Contro i direttori di gara si è scagliato il ct Stefano Cerioni. Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha stigmatizzato la decisione di affidare la direzione della finale a due arbitri asiatici, un coreano e un taiwanese. (Adnkronos)

A cura di Vito Lamorte Le Olimpiadi 2024 sono iniziate sotto il segno delle polemiche per alcune decisioni arbitrali contro l'Italia della scherma. Ma non solo. In questa disciplina, però, si è verificata una brutta coincidenza. (Fanpage.it)

Olimpiadi, dopo la beffa Filippo Macchi spegne le polemiche: "Non ce l'ho con gli arbitri"

Ha tenuto testa a colui che veniva accreditato come il favorito, arrivato a Parigi con il titolo olimpico vinto a Tokio, dimostrando che con un arbitraggio diverso avrebbe vinto la medaglia d’oro. (gonews)

Eppure a me viene da dire che sono proprio un ragazzo fortunato“. “Ne ho sentite di ogni, ti hanno derubato, arbitraggio scandaloso, è una vergogna. (Il Fatto Quotidiano)

L'atleta pisano: "Conosco entrambi gli arbitri, non mi viene da puntare il dito contro di loro e colpevolizzarli del mio mancato successo anche perché non porterebbe a nulla se non a crearmi un alibi" (il Giornale)