Giuliana De Sio: «Mio padre ci lasciò, io e mia sorella siamo cresciute sole. Nel 2012 per un'embolia stavo morendo. Oggi il cinema mi ha abbandonato»

Con il cinema è cresciuta. Per colpa o per fortuna di sua madre alcolista che le pagava il biglietto del cinema. Un cinema dentro il suo palazzo. E questa è una delle fortune. L'altra? «Ero fidanzata con Haber, mi ha spinta verso questa carriera - racconta Giuliana De Sio al Corriere della Sera - Mi aveva convinta e in poco tempo ho fatto diversi film, diventando famosa. Lui poi rosicava, ma se lo dico si offende». (ilmessaggero.it)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Giuliana De Sio, volto noto del cinema e della televisione italiana, ha recentemente rilasciato una lunga intervista al Corriere della Sera in cui ha affrontato vari aspetti della sua vita personale e professionale. (Libero Magazine)

A cura di Andrea Parrella (Fanpage.it)

Avrò avuto 11 anni e ogni giorno ci andavo, da sola, fino ai miei 17: la cassiera mi conosceva e mi faceva vedere anche i film vietati. «Avevo la fortuna di averne uno nel mio palazzo e mia madre, che era malata di alcolismo, mi dava i soldi per comprare il biglietto, così che uscissi di casa. (Corriere della Sera)

Giuliana De Sio «Io, mamma un po' strega» • Teatro Franco Parenti Milano

Non faccio granché per il corpo ma curo moltissimo la mia faccia, perché trovo che se esiste un po’ di bellezza vada preservata», rivela lei in un'intervista al Corriere della Sera in cui racconta un po' tutta la sua carriera di grande attrice del cinema italiano, anche se ora dice di essere stata quasi completamente dimenticata dal suo mondo. (leggo.it)

Non faccio granché per il corpo ma curo moltissimo la mia faccia, perché trovo che se esiste un po’ di bellezza vada preservata», rivela lei in un'intervista al Corriere della Sera in cui racconta un po' tutta la sua carriera di grande attrice del cinema italiano, anche se ora dice di essere stata quasi completamente dimenticata dal suo mondo. (leggo.it)

«Una storia tragicomica, e proprio per questo così simile alla vita reale: perché la nostra vita, quella vera, è un intreccio di momenti buffi e tragici». (Teatro Franco Parenti)