Guerra Ucraina Russia, Mosca intensifica la propaganda e accusa i media italiani
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L'incursione ucraina nella regione di Kursk e la risposta russa stanno inasprendo un conflitto che sembra non avere fine, con implicazioni che vanno ben oltre il campo di battaglia. Da un lato, Mosca intensifica la sua propaganda, accusando Kiev di essere caduta in una trappola orchestrata da Vladimir Putin e puntando il dito contro i media occidentali, con la portavoce Maria Zakharova che denuncia apertamente i giornalisti italiani per la presunta glorificazione di simboli neonazisti. (QuiFinanza)
Ne parlano anche altri giornali
In un video del 16 agosto (dal minuto 10:07), il filorusso Nicolai Lilin ha attaccato duramente i giornalisti della Rai Stefania Battistini e Simone Traini, accusati dal Cremlino di aver invaso il territorio russo durante l’avanzata ucraina a Kursk (Open)
L'intervento dell'Ad Roberto Sergio Come riferisce l’agenzia russa Ria Novosti, la contestazione nei confronti di Battistini e Traini è di aver “attraversato illegalmente il confine di Stato della Federazione Russa e aver filmato un video nel territorio del villaggio di Sudzha, nella regione di Kursk“. (Virgilio Notizie)
Stefania Battistini e i giornalismi di mezzo agosto su Russia e Gaza Secondo un vecchio detto professionale, se un tizio dice che piove e l’altro dice che splende il sole, il compito del giornalista non è quello di riferire entrambe le voci ma di aprire una finestra e guardare fuori. (Start Magazine)
Adesso Nicolai Verjbitkii, meglio conosciuto come Nicolai Lilin, passa alle minacce. Non bastavano le balle, la propaganda pro Putin e le teorie strampalate diffuse in Rete. (il Giornale)
“Fare retromarcia su uno scoop giornalistico è un errore”, ha scritto l’esecutivo in una nota a proposito del ritorno della troupe del Tg1. Intanto la politica si accende e Boschi (IV) promette di portare il caso in Vigilanza. (Primaonline)
Si muove in queste due direttrici la nuova fase della guerra tra Mosca e Kiev, con gli ucraini che sperano di poter consolidare le loro posizioni nella regione di Kursk - anche in altre aree limitrofe - per poterle «scambiare» con le proprie regioni occupate dai russi in un eventuale futuro tavolo di trattative. (La Stampa)