Giulia Manfrini muore in un assurdo incidente in Indonesia: trafitta da un pesce spada
Era una surfista esperta, aveva partecipato a gare anche di snowboard, era un'apprezzata influencer del suo settore, eppure il mare che tanto amava le è stato fatale. Giulia Manfrini, 36 anni di Venaria Reale (Torino), è morta in Indonesia in un incidente dalla dinamica assurda. La ragazza, che aveva aperto un'agenzia di viaggi a tema sportivo, si trovava nell'e acque dell'isola di Pulau Masokut, nell'arcipelago delle Mentawau, quando ha avuto uno scontro con un pesce spada, che l'ha trafitta in pieno costato. (Eurosport IT)
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"Un incontro molto sfortunato". Così Alberto Luca Recchi, ricercatore del mare, definisce in un intervento sul sito di Rainews la tragica morte di Giulia Manfrini, surfista e influencer: trafitta da un pesce spada venerdì mattina mentre stava surfando sulle onde al largo delle Isole Mentawai, nell'Oceano Pacifico. (Liberoquotidiano.it)
Dolore e sconcerto per la morte di Giulia Manfrini, la surfista italiana morta in Indonesia dopo essere stata trafitta da un pesce spada. La donna, molto conisciuta sui social, si stava allenando con la sua tavola da surf nelle acque delle Isole Mentawai, quando si è imbattuta nel grosso animale, purtroppo conosciuto per la sua aggressività. (il Giornale)
Si commuove Massimo Ferro parlando di Giulia Manfrini, la sua Giulia, la fidanzata 36enne morta in Indonesia dopo essere stata trafitta da un pesce mentre faceva surf. «Viveva ogni giorno come se fosse l'ultimo. (leggo.it)
Giulia Manfrini aveva 36 anni. Era nata a Venaria Reale nel 1988, prima di trasferirsi in Portogallo diversi anni fa. La surfista morta in Indonesia era molto nota fra gli appassionati di questo sport. (Vanity Fair Italia)
Un pesce spada l’ha trafitta al petto mentre era nelle acque delle Isole Mentawai, poco lontano dall’Isola di Sumatra in Indonesia. Così è morta venerdì mattina Giulia Manfrini, surfista italiana di 36 anni. (Corriere della Sera)
GENOVA. “Conosciamo solo l’8 forse 9 per cento delle specie marine, le più vistose o quelle oggetto di pesca. Dunque ne ignoriamo più del 90 per cento. E abbiamo mappato in modo dettagliato solo il 21 per cento dei fondali. (La Stampa)