Paola Pettinà, la finta badante accusata di omicidio

Paola Pettinà, la finta badante accusata di omicidio
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INTERNO

Paola Pettinà, 46 anni, è al centro di un'inchiesta giudiziaria che ha sconvolto la tranquilla cittadina di Bolzano Vicentino. La donna, che si presentava come un'operatrice socio-sanitaria qualificata, è sospettata di aver causato la morte di quattro anziani che avrebbe dovuto assistere. La vicenda, che ha assunto contorni inquietanti, si dipana tra inganni, false identità e un uso letale di farmaci.

La Pettinà, che si faceva chiamare "un’amica" nelle lettere recitate ai funerali delle sue presunte vittime, è accusata di aver somministrato un cocktail letale di Tavor, Xanax e Lorazepam a Imelda Stevan, 81 anni. La stessa firma, "un’amica", è stata trovata nel foglio scritto a mano e letto dal parroco durante l'ultimo saluto a Graziella Pulliero, 83 anni, morta mentre era sotto la custodia della Pettinà. Dieci giorni dopo, anche il marito della Pulliero, Romano Rossi, 88 anni, è deceduto in circostanze sospette, sempre in presenza della donna.

Le indagini hanno rivelato che la Pettinà conduceva una doppia vita sui social media, utilizzando un profilo apparentemente innocuo per attirare pazienti. La frase "Aspettati da me quello che ricevo da te", che suonerebbe innocua sulla bacheca Facebook di una qualsiasi mamma quarantenne, assume un significato sinistro se associata alla finta badante. La donna è ora indagata anche per i tentati omicidi di altre cinque persone, tra cui il compagno con cui conviveva a San Pietro in Gu, Padova.

Il partner della Pettinà, un uomo descritto dai vicini come buono, integro e umile, sembra essere stato completamente all'oscuro delle azioni della fidanzata.