Edoardo Leo: “Quando una ragazza passa davanti a un tavolo di quattro maschi, viene fissata come carne da macello. Io se sto a quel tavolo, me ne vado”
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Edoardo Leo il 14 novembre sbarca al cinema con film che ha interpretato, diretto e sceneggiato “Non sono quello che sono”, ispirato al celebre “Otello” di William Shakespeare. La pellicola è già stata presentata al Festival di Locarno. L’ispirazione al regista e attore è venuta da un titolo di giornale, come ha confessato a Vanity Fair: “Uomo uccide la moglie e poi si suicida. Ho pensato: è la storia di Otello. (Il Fatto Quotidiano)
Su altri giornali
Nella lunga intervista rilasciata al magazine, Leo ha parlato di lavoro ma si è anche lasciato andare ad alcune riflessioni personali su grandi temi di attualità. Il protagonista del nuovo numero di Vanity Fair è Edoardo Leo, attore e regista romano classe 1972, presto al cinema con 'Non sono quello che sono', l’Otello di Shakespeare tradotto in romanesco e ambientato ai nostri giorni. (Today.it)
Eccolo, uno dei talenti più a lungo incompresi, tra i pochi papabili eredi di Alberto Sordi. Cinquantadue anni, venti di «gavetta» (dice lui) e gli ultimi dieci in accelerazione costante: la commedia come «principale datore di lavoro», il teatro come «dovere civile», la regia come «rischio necessario». (Vanity Fair Italia)
L'uscita è prevista per il 14 novembre. (ComingSoon.it)
Edoardo Leo arriva al suo nono film da regista con" Non sono quello che sono", una rilettura dell'Otello di Shakespeare. "Ci interroghiamo attraverso il cinema sulla potenza di qualcosa scritto 420 anni fa e che racconta ancora in maniera contemporanea le dinamiche che portano alla piaga dei femminicidi ", cosi' l'attore ha riflettuto sul "maschilismo inconsapevole" e i comportamenti patriarcali che a volte non ha riconosciuto in se' stesso. (Il Mattino di Padova)
“Iago, Otello, Desdemona sono purtroppo ancora tra noi”, sottolinea l’attore-regista. Il nuovo film dell'attore-regista 'Non sono quello che sono' nelle sale cinematografiche dal 14 novembre (LAPRESSE)
La storia di un viaggio. Parlano da soli, quando ci riescono. (La Stampa)