Caso dossieraggio, Meloni: "Subito l'ok alle nuove norme". Crosetto e Nordio chiedono commissione d'inchiesta

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Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha parlato del caso dossieraggio, chiedendo al Parlamento di approvare nuove norme urgenti che possano evitare altri casi simili. I ministri Carlo Nordio e Guido Crosetto chiedono una commissione d’inchiesta parlamentare. L'intervento della premier Le parole di Nordio e Crosetto L'inchiesta di Perugia L’intervento della premier Il caso dossieraggio nasce dall’inchiesta che vede indagato Pasquale Striano, il luogotenente delle Fiamme Gialle indagato per avere spiato illecitamente politici e vip, dal rapper Fedez agli ex presidente e allenatore della Juve Andrea Agnelli e Massimiliano Allegri, il calciatore Cristiano Ronaldo (Virgilio Notizie)

Su altri media

Ma c'è un tempo per ogni cosa. Ora c'è che l'indagine che sta portando avanti Cantone e l'idea di una commissione non deve depotenziarla , nè fermare il lavoro già iniziato da Copasir e Antimafia". (Tiscali Notizie)

Il professor Sabino Cassese (nella foto), giudice emerito della Corte Costituzionale e già ministro della Funzione pubblica, a tutto campo sullo scandalo «dossieraggio». Ma rimarca anche la necessità di attendere il termine del lavoro da parte della Procura di Perugia (ilGiornale.it)

Il procuratore nazionale antimafia, Giovanni Melillo, e il capo dell’ufficio di Perugia, lo hanno spiegato chiaramente nei due giorni tra commissione antimafia e Copasir: l’inchiesta sugli “spioni” è, prima di tutto, l’indagine sulla vulnerabilità della rete informatica che dovrebbe difendere i segreti giudiziari del nostro Paese. (la Repubblica)

Foto di Stefano D’Offizi Il Gran Premio di Formula 1 in Arabia Saudita ha consentito a diverse personalità di spicco dello Sport e delle istituzioni di ritrovarsi per assistere alla gara e porre le basi per eventuali collaborazioni future. (Europa Calcio)

Abolire la Procura nazionale antimafia e antiterrorismo sarebbe un clamoroso regalo alle mafie e a chi con queste fa affari. Diciamolo subito, in premessa. (Avvenire)

Tra inchieste della magistratura in corso, audizioni parlamentari, strumentalizzazioni politiche di ogni genere, se si ha la responsabilità istituzionale di garantire la privacy in Italia, scrivere, rilasciare interviste o partecipare attivamente al dibattito pubblico su quanto accaduto presso – o, forse, meglio, a partire da – la Direzione Nazionale Antimafia, è inopportuno perché si corre, inevitabilmente, il rischio di essere tirati per la giacchetta da una parte o dall’altra, di perdere quella indispensabile terzietà e indipendenza dalle cose della politica e, soprattutto, di alimentare lo svilimento e la svalutazione del diritto alla privacy, già trascinato e strattonato in un agone politico chiassoso, polarizzato e polarizzante, più interessato a effimeri successi elettorali che alla reale affermazione e difesa di diritti e libertà. (L'HuffPost)