L’espiazione di papà James Franco, americano dolente nella Napoli terra di confine. Luci e ombre di Hey Joe, il nuovo dramma di Claudio Giovannesi
Un padre, un figlio e le macerie private e pubbliche della guerra che si propagano nel tempo. Al suo quinto lungometraggio di finzione, Claudio Giovannesi si confronta con una materia tanto elevata quanto complessa, che si articola in un melodramma ad alto tasso emotivo immerso nelle radici criminali della Napoli degli ultimi: gli eredi delle miserie umane del 1944 ritrovati a inizio anni ’70. Si colloca infatti nel 1971 la vicenda narrata in Hey Joe, selezionato alla 19ma Festa del Cinema di Roma in prima mondiale nella sezione Grand Public, dove Joe indica l’americano qualunque così denominato dagli italiani liberati dagli Alleati nel ’44; è in tale situazione storica e sociale che, reciprocamente spinti da bisogni basilari come la fame e l’amore, il giovanissimo marinaio Dean Barry incontra e amoreggia con la coetanea Lucia. (Il Fatto Quotidiano)
Su altri giornali
ROMA – Napoli, James Franco, il set e quella storia: al nostro Hot Corner della Festa del Cinema di Roma, ecco Francesco Di Napoli che in questa conversazione con Dario Cangemi racconta “Hey Joe” di Claudio Giovannesi (The Hot Corn Italy)
“Hey Joe è la mia rinascita”. (Luce)
E l’oceano? Il veterano della Seconda guerra mondiale – e Corea, e Vietnam – Dean Barry (James Franco) torna dal New Jersey a Napoli all’inizio degli anni Settanta per conoscere suo figlio: venticinque anni di assenza sono colmabili? Ormai uomo fatto, Enzo (Francesco Di … (Il Fatto Quotidiano)
New Jersey, Stati Uniti. Dean vorrebbe recuperare venticinque anni di assenza, ma suo figlio ormai è un uomo, è cresciuto nella malavita, è stato adottato da un boss del contrabbando e non ha nessun interesse per il padre americano. (Cinecittà News)
Da veterano, dopo aver combattuto in Vietnam, torna in Italia nei primi anni Settanta per riprendersi suo figlio, nato dalla relazione con una ragazza napoletana. Roma, 25 ott. (il Dolomiti)
E delle conseguenze della guerra, ma anche di paternità e redenzione, parla il film che, atteso in sala il 28 novembre, è ambientato a Napoli: «È una città di frontiera prima messa in ginocchio dal secondo conflitto mondiale al punto che le donne erano costrette a vendersi per fame», spiega il regista, «poi consegnata al contrabbando, alla prostituzione. (ilmessaggero.it)