Siria, esplode la protesta dei cristiani dopo l’incendio dell’albero di Natale ad Hama

Centinaia di manifestanti sono scesi in piazza nelle zone cristiane di Damasco e in altre città del paese per protestare contro l'incendio di un albero di Natale vicino ad Hama, nella Siria centrale. "Chiediamo i diritti dei cristiani", hanno cantato mentre marciavano attraverso la capitale siriana verso la sede del Patriarcato ortodosso nel quartiere di Bab Sharqi. Le proteste arrivano poco più … (la Repubblica)

Se ne è parlato anche su altre testate

Una versione confermata ai residenti della cittadina anche da un leader religioso di Hayat Tahrir al Sham (il Giornale)

«Pretendiamo i diritti dei cristiani», urlano i manifestanti mentre marciano attraverso la capitale siriana verso la sede del Patriarcato ortodosso nel quartiere Bab Sharqi. Centinaia di dimostranti sono scesi in piazza nei quartieri cristiani di Damasco per protestare contro l'incendio di un albero di Natale nei pressi di Hama, nella Siria centrale. (ilmessaggero.it)

– Il governo transitorio siriano ha proclamato festività il 25 e il 26 dicembre, giorni in cui la comunità cristiana del Paese celebra il Natale.Il quotidiano Al Watan ha citato una dichiarazione della presidenza, secondo la quale “saranno dichiarate ferie ufficiali per tutti i lavoratori delle istituzioni governative i giorni di mercoledì e giovedì, corrispondenti al 25 e 26 dicembre 2024, ad eccezione dei ministeri e degli enti pubblici la cui natura o le cui circostanze richiedono la prosecuzione del lavoro”. (Agenzia askanews)

Natale 2025: protesta dei cristiani in Siria dopo l’incendio di un albero di Natale

Nonostante le promesse di Al-Jolani e dei sedicenti ribelli di Hay'at Tahrir al-Sham, in Siria le cose potrebbe farsi sempre più complesse per gli altri gruppi etnici e religiosi della nazione. (il Giornale)

"L'incontro dei capi dei gruppi" con il nuovo leader siriano Abu Mohammad al-Jonali (Ahmed al-Sharaa) "si è concluso con un accordo sullo scioglimento di tutti i gruppi e sulla loro integrazione sotto il controllo del ministero della Difesa", si legge in una nota diffusa dai media statali. (Tuttosport)

“Se non ci è permesso di vivere la nostra fede cristiana nel nostro Paese, come facevamo prima, allora non apparteniamo più a questo posto”, ha detto un manifestante. (Firenze Post)