Oltre mille persone in piazza per le vittime di Calenzano
Articolo Precedente
Articolo Successivo
Cordoglio e rabbia a Calenzano dopo l’esplosione al deposito Eni di lunedì che ha provocato la morte di cinque lavoratori e più di 20 feriti, riportando la lancetta degli orologi alle drammatiche ore dello scorso febbraio con il crollo del supermercato Esselunga in via Mariti. Al grido di «Basta morti sul lavoro» oltre un migliaio di persone, con bandiere e striscioni, si sono radunate in piazza Vittorio Veneto sotto la sede del Comune di Calenzano vestito a lutto per la manifestazione e lo sciopero generale provinciale delle ultime quattro ore del turno indetto dai sindacati Cgil, Cisl e Uil. (Corriere della Sera)
La notizia riportata su altri giornali
Lo ha annunciato questa mattina il sindaco Giuseppe Carovani, partecipando all’omaggio alle vittime davanti ai cancelli del deposito, insieme alle Istituzioni regionali e a rappresentanti della Giunta e del Consiglio comunale. (055firenze)
La manifestazione a Calenzano (Foto Germogli)Missing Credit A scendere in piazza Cgil, Cisl e Uil, che per oggi hanno indetto uno sciopero a livello provinciale, oltre a istituzioni, parenti e amici dei 5 lavoratori deceduti e molti cittadini della Piana Fiorentina. (LA NAZIONE)
Tra i presenti anche la sindaca di Firenze Sara Funaro e il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni. Di fronte alla sede del Comune di Calenzano, nel giorno dello sciopero indetto da Cgil Firenze, Cisl Firenze Prato e Uil Firenze, il dolore si è unito al grido di chi non vuole più accettare il rischio di non tornare più a casa. (La Repubblica Firenze.it)
“Dobbiamo pretendere che vengano risparmiate le vite delle persone, non la manodopera”, ha detto il Sindaco di Calenzano. (Corriere TV)
Un dipendente del deposito avrebbe notato un'anomalia pochi secondi prima dell'esplosione. Ha dato l'allarme ed è fuggito subito dopo, salvandosi (Open)
Una fuoriuscita di carburante nella parte anteriore della pensilina di carico “in qualche modo dovuta alla chiara inosservanza delle rigide procedure previste“, e “le conseguenze di tale scellerata condotta non potevano non essere note o valutate dal personale che operava in loco”. (Il Fatto Quotidiano)