Così l'Occidente si svende alla Cina anche per un pugno di saldi

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ilGiornale.it ESTERI

Quando Tim Cook spostò la produzione degli iPhone in Cina, si giustificò disarmando ogni critica: «Lavorano tanto e costano poco». A seguire arrivarono tutta la Big Tech, e oggi il 90% degli smartphone arrivano da lì. Dove, Huawei insegna (e il perché del ban di Donald Trump pure), in una decade hanno finito per diventare più bravi a maneggiare magnificamente la tecnologia. Ma come? Dalle grandi corporation alle nostre tasche il passo è breve, e il caso del momento, ovvero Temu, ne è l'esempio. (ilGiornale.it)

La notizia riportata su altri giornali

In quanto parte di PDD Holdings Inc., gruppo di e-commerce quotato al Nasdaq con una capitalizzazione di mercato di 140 miliardi di dollari, siamo soggetti ad un ampio controllo normativo e di vigilanza”: è quanto scrive Temu come replica al nostro articolo su “Temu, il “mace… ROMA – “Temu dà priorità alla protezione della privacy. (la Repubblica)

La seconda generazione, quella fino al 2010 circa, annovera aziende come Boohoo e Asos, che hanno portato il fast fashion online. La prima era quella degli albori del 2000, quando le redini erano nelle mani del colosso spagnolo Zara e del gruppo svedese H&M, i primi a introdurre il concetto di moda trendy ispirata alle passerelle a prezzi accessibili e a riuscire a cambiare l’inventario ogni pochi giorni anziché ogni stagione. (Vanity Fair Italia)

E a spartirsi la torta del turbo-fashion ora sono due i principali attori. In rapida ascesa l’uno, non potrebbe essere diversamente, in difficoltà l’altro. (Open)

MILANO – Il gigante dell’e-commerce cinese Alibaba, il più grande al mondo, nel 2023 per la prima volta ha iniziato a tremare. Un altro colosso cinese, Pdd Holdings, l’ha superato come azienda di e-commerce di maggior valore in Cina (la Repubblica)