Israele attacca su ogni fronte ma manca di un piano strategico
La seconda metà di settembre è stata caratterizzata dall'avvio dell'all-in militare e strategico di Israele, che su iniziativa del primo ministro Benjamin Netanyahu ha alzato la posta dello scontro con i rivali regionali. Israele ha in queste settimane concentrato le sue iniziative militari sul Libano infliggendo duri colpi a Hezbollah in un'offensiva che ha raggiunto l'apice con l'eliminazione del segretario (Inside Over)
La notizia riportata su altri giornali
Cordiali saluti Bertilla Marin Dolo La risposta del direttore del Gazzettino Roberto Papetti Cara lettrice, dobbiamo cercare di non cadere nelle semplificazioni. E gli Usa con i loro bla bla non riescono a fermarlo o a fargli cambiare idea. (ilgazzettino.it)
Fino a dove si spingerà Netanyahu? “Solo lui lo sa. – Professor Vittorio Emanuele Parsi, università Cattolica di Milano, dopo Gaza e il Libano, ora tocca agli Houthi yemeniti. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
E se nell’anno passato si è impegnato, ma solo a parole, a fermare o a contenere l’escalation israeliana contro i palestinesi a Gaza, ora non muoverà un dito per impedire la nuova guerra. «Sono al corrente delle notizie e vorrei che si fermassero», ha risposto Joe Biden ai giornalisti che ieri lo incalzavano sull’imminente invasione israeliana del Libano del sud. (il manifesto)
«Ogni giorno, il regime (iraniano) sprofonda sempre più la nostra regione nell’oscurità e nella guerra. Chiedete a Mohamed Deif. (Gazzetta del Sud)
Ha detto alla Cnn la sondaggista e analista Dahlia Scheindlin -. Sembrano essere chiaramente il fattore che ha contribuito alla sua ripresa». (Corriere del Ticino)
Non è un caso, non può esserlo, che la spettacolare ed efficacissima escalation bellica voluta da Israele e dal suo primo ministro Netanyahu in queste settimane abbia colpito l’arcinemico Hezbollah, eliminandone i vertici a cominciare da Hassan Nasrallah, proprio alla vigilia del 7 ottobre. (Today.it)