Kamala con svista
Ieri Vladimir Putin non si è congratulato con Donald Trump sostenendo che “l’America con lui resta il nemico”. Nessuna delle battute che leggerete qui sotto sarà altrettanto divertente. A tarda sera, Kamala Harris ha telefonato a Donald Trump per congratularsi. Poco si sa sulla risposta, se non che è stata data ansimando. Alla fine una donna non poteva vincere. È quella, l’unica… (La Stampa)
Ne parlano anche altre fonti
– I giorni di fine luglio nei quali Kamala Harris sembrava proiettata verso la Casa Bianca, quella ventata di novità dopo una fallimentare campagna dell’ultraottantenne Joe Biden, l’idea che un secondo mandato di Donald Trump fosse possibilità remota, sembrano lontani anni luce. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
"Mentre io concedo la sconfitta di questa elezione, non concedo la sconfitta alla lotta per la libertà" e continua: "Non mi arrenderò mai, non smetterò mai di lottare per le donne, affinché possano prendere decisioni sul proprio corpo senza che sia un governo a dire loro cosa fare. (Liberoquotidiano.it)
– “Non abbandoneremo mai la lotta per proteggere le scuole e le strade dalla violenza con le armi e non abbandoneremo mai la lotta per la nostra democrazia, per lo Stato di diritto, per una giustizia eguale e per la sacra idea che per ciascuno di noi, indipendentemente da chi siamo o da dove abbiamo iniziato, certi diritti fondamentali e libertà devono essere rispettati e mantenuti”. (Agenzia askanews)
Era una linea d’attacco particolarmente greve — se neppure Donald Trump tocca un certo argomento c’è da riflettere — perché il marchio d’infamia cristiano-conservatore («childless», senza figli) del quale Vance s’è fatto interprete dice molte cose. (Corriere della Sera)
Ci si ritrova in un bar, si beve birra, si mangia pizza, fino all’arrivo dell’esito dell’ultimo stato. Del resto se l’America ha inventato il Super bowl, ha pensato anche ai «watch party» dell’election day. (Vanity Fair Italia)
Se avesse rinunciato prima, spiegano fonti interne al partito, i democratici avrebbero potuto organizzare primarie competitive per selezionare un candidato più preparato, dotando il partito di tempo sufficiente per una campagna energica e autonoma contro Trump. (ilgazzettino.it)