I tre supermarket degli ‘schiavi’ a Catanzaro: “Erano pagati 4 euro l’ora, ferie limitate e gli infortuni venivano nascosti”. Tre arresti
Erano pagati anche 4 euro l’ora e arrivavano a farne anche 50 in una settimana, avevano anche ferie limitate e, in caso di infortunio sul lavoro, erano obbligati a denunciare un incidente domestico. I punti vendita della catena dell’imprenditore Paolo Paoletti erano diventati dei supermarket degli “schiavi”, secondo le indagini della Guardia di finanza di Catanzaro. L’imprenditore è finito in carcere con le accuse di associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento del lavoro, estorsioni e reati di falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico. (Il Fatto Quotidiano)
La notizia riportata su altri giornali
Questa la realtà in cui vivevano i lavoratori nei supermercati del Gruppo Paoletti e alcuni passaggi contenuti nella richiesta di misura a carico di Paolo Paoletti, titolare di molti supermercati della fascia Jonica catanzarese, firmata dal sostituto procuratore Saverio Sapia e recepiti nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice Luca Bonifacio. (Quotidiano online)
Gli imprenditori avrebbero piazzato un registratore ambientale per monitorare il malcontento negli uffici. Ma la Guardia di finanza ascoltava tutto. L’inchiesta Ergon documenta diritti violati e sfoghi: «Non sono andata da mio padre morente perché dovevo venire a lavorare» Un registratore ambientale dotato di una scheda telefonica con risponditore automatico. (LaC news24)
C'è quanto basta per recriminare su un sistema di soprusi cui erano sottoposti 60 dipendenti di cinque attività commerciali del Catanzarese (Montepaone, Soverato e Chiaravalle centrale), costretti anche a lavorare in luoghi che non rispettavano le norme di sicurezza. (Corriere della Sera)
Ma le criticità non mancano anche sul resto della filiera, e anche nella GDO emergono storie di condizioni di lavoro inaccettabili e degradanti: è il caso dell’imprenditore del catanzarese Paolo Paoletti, arrestato per sfruttamento dei dipendenti e a cui la Guardia di Finanza ha anche sequestrato attività per per un valore di oltre ventisette milioni di euro. (Dissapore)
Si è aperto un largo orizzonte di riflessioni e forse di nuovi sviluppi dopo l'inchiesta della Guardia di Finanza di Catanzaro che ha portato ad arresti e maxi-sequestri nel settore della grande distribuzione. (LaC news24)
È una puntualizzazione necessaria a evitare di ingenerare confusione; soprattutto quando, in situazioni simili in cui però ne ricorrevano le condizioni, la Confindustria calabrese ha attivato ogni azione ritenuta opportuna ai sensi del proprio codice etico». (CatanzaroInforma)