No, il governo non ha eliminato il numero chiuso a medicina

Il 16 ottobre la Commissione Cultura del Senato, presieduta dal senatore della Lega Roberto Marti , ha concluso l’esame di un disegno di legge di riforma del sistema di accesso ai corsi di laurea di medicina, odontoiatria e veterinaria. Il testo approvato in commissione è frutto dell’unione di cinque disegni di legge, che chiedevano di modificare le modalità di accesso a queste facoltà. Tra questi, un disegno di legge dell’Assemblea regionale siciliana (ARS), guidata da una giunta di centrodestra, chiedeva di abolire il numero chiuso alle facoltà di «medicina e chirurgia, di medicina veterinaria, di odontoiatria e protesi dentaria e per i corsi di laurea specialistica delle professioni sanitarie». (Pagella Politica)

Ne parlano anche altre fonti

Le rettrici e i rettori riuniti nella Crui, la Conferenza dei rettori italiani esprimono "profonda preoccupazione" per almeno tre aspetti principali che attengono la riforma dell'accesso a Medicina: in particolare evidenziano: la sostenibilità economico-finanziaria. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Test di ingresso a Medicina, i rettori bocciano la riforma: “Le facoltà non possono sostenere 60mila studenti in più” Di (Orizzonte Scuola)

“Bisogna fare chiarezza: il numero chiuso a Medicina resta. Così il dottor Guido Marinoni, presidente dell’Ordine dei medici di Bergamo, commenta le ultime notizie relative alla sanità in Italia. (BergamoNews.it)

Novità per l’ingresso alla facoltà di Medicina: addio ai test di accesso. Graduatoria dopo 6 mesi

L’idea è di eliminare il test d’ingresso e introdurre, dopo il primo semestre, uno sbarramento per gli aspiranti medici, in base agli e… Stop ai test d’accesso per Medicina, ma resta il numero chiuso. (La Repubblica)

E' stata approvata in commissione al Senato la nuova disciplina per l'accesso alla facoltà di Medicina, un testo di legge che dà una delega molto ampia al governo per lavorare alla riforma. (Corriere della Sera)

Il governo si impegna a rendere operativo il sistema dall’anno accademico 2025/’26. Il testo deve andare ora in Aula in Senato e poi alla Camera. (QUOTIDIANO NAZIONALE)