Turchia, raid contro il Pkk. L’apertura di Ocalan: «La lotta armata può finire»

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Il pugno di ferro dell’aviazione turca si abbatte su una cinquantina di obiettivi nel Kurdistan iracheno e siriano, sulle basi dei guerriglieri più radicali del movimento curdo, i miliziani dell’Ypg che in passato hanno combattuto anche l’Isis. Nel mirino le infrastrutture militari, energetiche, dell’intelligence e i depositi di munizioni. Cinquantanove i morti secondo i bollettini militari di Ankara che parlano di “siti strategici” martellati come rappresaglia immediata per i 5 morti e i 22 feriti dell’attentato terroristico dell’altro ieri alla sede dell’azienda aerospaziale Tusas di Kahramanzakan, a nord-ovest della capitale, Ankara. (ilmessaggero.it)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Servizio di Antonio Soviero In Turchia il giorno dopo l’attentato portato da due membri del Pkk, il governo reagisce e attacca 47 “obiettivi terroristici” legati al partito dei lavoratori del Kurdistan nel nord della Siria e dell’Iraq. (TV2000)

Il Partito dei lavoratori del Kurdistan, il PKK fondato da Abdullah Ocalan – all’ergastolo da vent’anni –ha rivendicato la responsabilità dell’attacco di mercoledì contro la maggiore struttura aerospaziale turca in una cittadina a sud di Ankara che si chiama Kahraman-Kazan Solleva interrogativi e sospetti il nome del luogo scelto per questo inedito attacco terroristico. (Il Fatto Quotidiano)

Il Partito dei lavoratori del Kurdistan, tramite le parole del suo leader incarcerato, ha fatto filtrare l'ipotesi di una virata verso la "lotta democratica" per l'indipendenza delle aree curde. L'attentato di due terroristi vicino ad Ankara, però, complica le cose. (Sky Tg24 )

L’attacco ha provocato cinque morti e 22 feriti ed è stato subito attribuito dal governo al PKK. L’organizzazione curda fa i nomi dei due responsabili, un uomo e una donna. (RSI.ch Informazione)

Il governo turco ha velocemente indicato nel Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK) il "probabile" responsabile dell'attacco che ha provocato 5 morti, più i due aggressori, e 22 feriti, 14 dei quali ancora ricoverati. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Aveva solo undici anni Ferha Alberho: è stato ucciso ieri dall’aviazione turca nel bombardamento del suo villaggio, Bineye, vicino alla città di Manbij nella Siria del nord-est. Nello stesso raid sono rimasti feriti il fratellino Semir, otto anni, e il cugino Ebdulrehman, 13. (il manifesto)