Sinner risponde ad Alcaraz: "Non dobbiamo giocare per forza"

L'azzurro numero 1 al mondo: "Sono contento di tornare in campo in un torneo" "La stagione è lunga ma noi giocatori possiamo scegliere quali tornei giocare e quali no". In conferenza stampa alla vigilia del China Open, l'ATP 500 di Pechino, il campione in carica Jannik Sinner risponde a distanza a Carlos Alcaraz che aveva parlato di un calendario troppo lungo. "Il calendario è denso, ci sono tanti tornei. (Diretta)

La notizia riportata su altri giornali

Poi, però, qualcosa si è rotto. Certo, la rivalità conta: oggi come oggi sono i due migliori al mondo, ovvio che la competizione pesi. (Liberoquotidiano.it)

Soprattutto in merito all’ultimo argomento che ha scatenato un bel po’ di polemiche. Jannik Sinner, che stoccata da parte del numero uno al mondo: frecciatina durissima al suo amico e rivale Carlos Alcaraz (MilanLive.it)

Jannik Sinner torna in campo. Sorteggiato il tabellone, il suo torneo comincerà il 26 settembre (orario da definire), quando affronterà il tennista cileno Nicolás Jarry, e, in caso di passaggio del turno, saranno Grigor Dimitrov, Andrej Rublev e, in finale, Carlos Alcaraz i suoi possibili avversari per ordine di seed. (Il Fatto Quotidiano)

Sinner a Pechino: "Troppe partite? I giocatori possono anche scegliere"

I primi palleggi sul Diamond Court con Jiri Lehecka, i primi sorrisi con il suo nuovo staff (il preparatore atletico Marco Panici e il fisioterapista Ulises Badio), i giovani cinesi a caccia di una foto o di un autografo. (Corriere della Sera)

A proposito di Sinner, ieri l’altoatesino ha risposto al problema del calendario che hanno sollevato Alcaraz e Alexander Zverev in conferenza stampa a Berlino. Carlos Alcaraz, reduce dal trionfo in Laver Cup dove è stato assoluto protagonista, è giunto a Pechino e sarà la testa di serie n. (OA Sport)

Un anno dopo, nel posto dove tutto è iniziato. Jannik Sinner è arrivato a Pechino, accolto in maniera entusiasta dai fan cinesi, a dodici mesi di distanza da quella svolta che lo ha portato a diventare, oggi, il numero uno del mondo. (La Gazzetta dello Sport)